di FRANCESCA BENVEGNÙ – Si può essere felici con qualche chilo di troppo, nell’era delle modelle dal vitino di vespa e le taglie quaranta? Julie Murphy
La protagonista di questo fresco romanzo di Julie Murphy – Voglio una vita a forma di me (traduzione di Simona Mambrini, Mondadori, pp. 342, € 17,00) – ne è assolutamente convinta. Willowdean Dickson è infatti una ragazza fiera delle sue curve, che sebbene debba convivere con una madre che ogni anno diventa giudice del concorso di bellezza locale e una migliore amica, Hellen, che sembra uscita da un film hollywoodiano, non ha mai visto vacillare la propria sicurezza.
O almeno è così fino a quando nella sua vita non entra Bo Larson, un tipo decisamente carino, per il quale Willow non può non prendersi una bella cotta. Cotta che si rivela fortunatamente essere ricambiata, facendola ritrovare ben presto tra le braccia del collega. Peccato però che questo nuovo legame scateni in Willow un vero e proprio tornado di insicurezza, che la porterà perfino a scappare dai suoi stessi sentimenti.
Sì, perché quando pesi molto più di chi ti sta accanto frecciatine, paure e occhiatacce varie sono all’ordine del giorno, tanto da farti sentire inadeguata anche nella pelle che hai sempre amato.
«Il suo tocco mi trasmette un’ondata di emozioni nel corpo. Euforia. Paura. Esultanza. […] Al pensiero che lui sta toccando la mia schiena grassa e il mio girovita abbondante ho un conato di vomito. Non posso fare a meno di paragonarmi alle altre ragazze che ha accarezzato».
Proprio da ciò nasce la crisi di Willow che, da un giorno all’altro, si ritrova a rivalutare del tutto se stessa e il suo corpo, nonché il rapporto con le persone a lei più care, compresi quello, abbastanza precario, con sua madre e quello con Hellen.
Sarà l’amata zia Lucy a farle prendere una decisione chiave: partecipare al concorso di bellezza di “Miss Teenager Bluebonnet”. Willow decide di lanciarsi in quest’avventura inaspettata per dimostrare al mondo che anche una “abbondante” come lei ha il diritto di sentirsi splendida e sicura di sé sfilando su una passerella.
Mettere in chiaro che anche le “ciccione” e le meno carine possono certamente permettersi di cimentarsi in qualcosa che a detta di molti non sarebbe adatto a loro.
«Non voglio fare la figura della cicciona che finisce con il sedere per terra. Non sono così ingenua. So benissimo che non vincerò. Nemmeno lo voglio, del resto. Quello che voglio è salire su quel palco e dimostrare al mondo che tutti i diritti per farlo».
Il finale, che all’inizio sembra quasi scontato, si chiude con piccole sorprese qua e là, portando il lettore a far calare il sipario su questa storia con un sorriso soddisfatto.
Voglio una vita a forma di me è quindi una storia divertente, ma anche ricca di una certa tristezza e tanta ironia, capace di ritrarre una società che non si fa problemi a condannare o cestinare per le proprie imperfezioni coloro che non rientrano negli standard di bellezza odierni. Una piaga che si dipana dal liceo fino agli ambienti degli adulti, dove chili di troppo e denti storti sono difetti che fanno storcere il naso.
Julie Murphy, perciò, non solo ci strappa un paio di risate e qualche lacrima, ma ci dona anche speranza, oltre che ispirazione. Will diventa infatti un modello per tutte quelle giovani ragazze che ogni giorno faticano a guardarsi allo specchio ed accettare se stesse, compromettendo le loro relazioni e la loro felicità.
Sarebbe bello che questo libro finisse nelle mani anche delle persone meno “simpatiche”, che molto spesso tendono a giudicare gli altri per i loro difetti, senza preoccuparsi di quanto magari un piccolo commento o battuta possa rovinare la giornata altrui. Forse si rivelerebbe un buon strumento per i più superficiali che, per una volta, avrebbero la possibilità di immergersi nella testa di uno dei tanti oggetti delle loro critiche: un modo per far riflettere tutti loro su quanto possa essere un inferno essere grasse al giorno d’oggi.
Ora, volendo fare una breve carrellata dei fantastici personaggi che si trovano in queste pagine, crediamo sia doveroso iniziare con la paffutella protagonista. Perché Willow è un’eroina coraggiosa e determinata, ben conscia dei propri difetti e di quanto essi possano risultare facile preda della cattiveria altrui. Nondimeno, ben consapevole di questa triste verità, è anche in grado di lasciarsi scivolare addosso quelle stesse malignità, in modo da non farsi sfiorare da esse più del necessario e rimanendo così fedele a se stessa, fino alla fine.
In seguito, troviamo anche un altro personaggio il cui carattere sarebbe bello scovare un po’ più spesso in giro, nel mondo reale.Bo si presenta, infatti, come il classico tipo belloccio e un po’ ribelle, che conquista subito Willow e sembra destinato a spezzarle il cuore. E invece si rivela essere molto più profondo e sensibile di quanto ci si aspetti, andando oltre le apparenze e innamorandosi davvero di una ragazza che magari i suoi coetanei scarterebbero a priori. Infine, figure divertenti e dotate di una tenerezza infinita sono anche le compagne di (s)ventura di Willow, tre ragazze che vedono in lei un’ispirazione per accettare i propri difetti, per cui vengono spesso prese in giro.
Julie Murphy ci guida così nel mondo adolescenziale con uno stile semplice e toccante, regalandoci piccole emozioni disseminate per tutte le pagine del libro, sebbene manchino grandi colpi di scena. Tuttavia, questo graduale percorso alla riscoperta di se stessi, che vede come centro Willow, ci porta a leggere con curiosità, riga dopo riga, per scoprire quale sarà l’esito dell’atto di coraggio della ragazza.
Insomma, Voglio un mondo a forma di me è una lettura assolutamente consigliata, che ogni ragazzina dovrebbe fare per capire che chiunque può risplendere come una reginetta, seppur con qualche chilo o brufolo in più.
Inoltre, trattando un tema così attuale e avendo una protagonista così originale, sicuramente è una storia apprezzabile anche da quelle miriadi di donne che là fuori, ogni mattina, iniziano una vera e propria guerra con lo specchio.
Sarebbe bello che il messaggio di speranza e accettazione di Willow toccasse un po’ tutti, da coloro che sono i primi ad aprire bocca per giudicare, a coloro che invece subiscono le opinioni altrui.
Sicuramente sarebbe un mondo migliore.
Francesca Benvegnù Julie Murphy
(www.excursus.org, anno IX, n. 86, settembre-ottobre 2017) Julie Murphy