di CHIARA ZAGO – Succedono cose strane in via delle Favole. Talmente strane che chiunque, persino un bambino di undici anni, stenterebbe a crederci, all’inizio. Eppure a volte la logica deve lasciar spazio alla fantasia, per quanto irrazionale e straordinario possa sembrare. È questo che accade ai protagonisti di Via delle Favole, romanzo di Adéle Geras (illustrazioni di Peter Bailey, Sinnos Editrice, pp. 64, € 9,00).
Tra le righe di questo piccolo libro, le favole, che ogni bambino conosce e custodisce durante la crescita in un angolino recondito, prendono vita. Vi è mai capitato, quando ancora eravate piccoli, di sognare il principe azzurro o una bellissima principessa intrappolata dalla regina cattiva? O ancora qualche sinistro e anziano vicino di casa dallo sguardo penetrante che non poteva non ricordarvi un orco o un arcigno mago cattivo? Ebbene, Daniel, protagonista e voce narrante, prova tutto ciò.
Come un po’ tutti gli undicenni, anche Daniel adora passare le assolate giornate estive a giocare e bighellonare per le vie del suo quartiere, insieme ai suoi amici, due fratelli che non potrebbero essere più differenti l’uno dall’altro. Tommy, suo compagno di scuola, infatti è basso di statura, cicciottello e con una zazzera di ricci scuri, mentre Matilde, la sorella maggiore, è alta, magra, con due trecce rosso fuoco e occhi grigi che ti scrutano dentro. È lei la leader del gruppo, non tanto per l’età maggiore, quanto per la sua spiccata fantasia che la porta a inventare racconti talmente assurdi e affascinanti che i due non riescono a resisterle.
In questo modo, durante una delle tante giornate in giro per le strade assolate, Matilde guarda le varie villette di via delle Zagare e scorge in ognuna di esse un personaggio delle favole. C’è il signor Pig, l’unico dei tre porcellini ancora vivo, che, chiuso dentro casa, osserva guardingo chi passa e chi, come un operaio dalla barba ispida e i capelli tutti arruffati, si affaccia a guardare attraverso le finestre, con il tipico sguardo di un lupo affamato.
In un’altra casa invece c’è una signora molto austera con due figlie brutte, una piccola e grassoccia e l’altra magra e piena di brufoli. Nulla di strano se non fosse che, rinchiusa tra le mura della loro casa, ci sia un’altra ragazza, molto bella e graziosa, costretta tutto il giorno a lustrare carponi il pavimento, proprio «come se lucidatrici e aspirapolveri non fossero mai stati inventati» (p. 29).
Al n. 14, invece, abitano sette studenti molto bassi e una ragazza dai capelli neri come la pece e la pelle bianca come le neve, mentre, poco distante, in un’altra casa, c’è una coppia alquanto strana, un signore dall’aria severa e iraconda con la barba dai riflessi bluastri e sua moglie, molto più giovane di lui, che guarda alla finestra con aria triste e preoccupata. E ancora, proseguendo lungo via delle Zagare, dietro i vetri di un’altra finestra, i tre scorgono una ragazza dai lunghi capelli osservare, senza mai distogliere lo sguardo, la strada.
Matilde riesce a collocare tutti in una favola ma, sebbene Daniel penda dalle sue labbra, a fine giornata torna a casa sicuro che siano tutte coincidenze. Sono solo favole, no? E le favole esistono solo tra le righe di qualche libro che le mamme leggono per far addormentare i loro bambini a fine giornata.
Eppure, nei giorni seguenti, accadono cose talmente strane che, più che coincidenze, sembrano prove quasi concrete alle storie di Matilde, tanto che cominciano a denominarla Via delle Favole e non più delle Zagare. Trovano infatti «l’operaio peloso con le manone schiacciate sulla porta-finestra del signor Pig» (p. 29), «una vecchia con delle unghie orribili come artigli […] seduta al tavolo» (p. 30) del salotto della presunta Biancaneve, intenta a mostrarle dei gioielli (tra cui un pettine avvelenato, a detta di Matilde).
Tuttavia, per quanto strani, questi avvenimenti non riescono a far vacillare troppo la razionalità di Daniel che, quando non è sotto il magnetismo degli occhi grigi di Matilde, liquida il tutto come coincidenze e fantasticherie.
Un giorno però le cose cambiano e le certezze a cui prima il protagonista si aggrappava cominciano a sgretolarsi. È Daniel infatti a scoprire una casa, sempre in Via delle Favole, immersa nella vegetazione, la cui proprietaria è un’anziana signora che da anni ospita bambini in difficoltà che, dopo un determinato periodo di tempo e qualche chilo di più, scompaiono. Matilde crede che li mangi, ma Daniel è fortemente convinto che, come dicono tutti, i bambini tornino alle loro famiglie, una volta risolti tutti i problemi. Per forza deve essere così, anche se i due bambini, un fratello e una sorella emaciati e un po’ spauriti, sembrano proprio ricordare Hansel e Grethel; specie quando, parlando con la bambina, scoprono non solo che si chiama Greta ma che il fratellino non ha il permesso di uscire.
A questo punto, mentre Matilde è sempre più sicura e in fibrillazione per le sue ipotesi, Daniel comincia ad essere spaventato e decidono di parlarne subito con sua madre, evitando però anche solo di accennare alla storia delle favole. La mamma li ascolta ma, ovviamente, li rassicura, dicendo loro che è semplicemente una signora a cui sta a cuore il benessere di quei bambini le cui famiglie si trovano in difficoltà.
Così Daniel se ne va a dormire tranquillo e sicuro che tutte quelle storie siano soltanto fantasia di Matilde, nulla più. Quella sera è certo che non sognerà nessun bambino rinchiuso in una gabbia, pronto per essere mangiato.
L’incubo però si palesa nella realtà sottoforma di incendio. La casa della strega di Hansel e Grethel, infatti, va a fuoco e le fiamme sono talmente alte che il fumo circonda tutta via delle Favole, fino ad arrivare al vicolo in cui abita Daniel. La signora Ellison, la presunta strega, è morta, mentre i due bambini, illesi, sono tornati dalla famiglia e sono emigrati in Giappone, dove il padre ha trovato lavoro.
Ma non è ancora la fine della storia. Daniel rimane scettico e decide di andare a curiosare tra ciò che resta di quella casa: ed è proprio vicino ai cocci del camino che trova qualcosa che farà luce (o getterà ancora più ombre) su tutta quella faccenda.
Via delle Favole è un romanzo che fa riflettere sul potere delle favole e, soprattutto, della fantasia dei più giovani. Fa parte della collana leggimi!, progetto ambizioso e nobile, ovvero incentivare la lettura anche tra i bambini e i ragazzi dislettici. Il libro, infatti, presenta alcune peculiarità: i testi hanno frasi non troppo lunghe e complesse, sono suddivisi in paragrafi e accompagnati da illustrazioni esplicative ed accattivanti. Inoltre sono stampati su un tipo di carta opaca color avorio che permette alla vista di non affaticarsi; senza dimenticare il font appositamente creato (leggimi) per minimizzare la confusione tra alcune lettere speculari (si pensi alla d e alla b).
Ultimo tocco simpatico e alternativo alle solite note biografiche sono le presentazioni dell’autore e dell’illustratore, compiute attraverso poche ma divertenti domande sui loro gusti in fatto di hobby, nomi, animali, cibo e musica preferiti.
Chiara Zago
(www.excursus.org, anno VIII, n. 74, luglio-agosto 2016)