di CARLA MAISTRELLO – Il genere giallo che Marco Belli affronta per la prima volta nel libro intitolato Uno sbaffo di cipria. Le indagini di Vivian Deacon, (Edicola Ediciones, pp. 132, € 12,00) è anche uno dei pochi del filone avente come location il Polesine.
Nella pacifica città di Ferrara, in pieno centro storico, un’organizzazione criminale costituita da persone insospettabili allestisce spettacoli teatrali sanguinari. Questa forma di teatro, considerato d’avanguardia e che il professor Vertov propone a studenti universitari è una perversa e distorta rivisitazione del Teatro della Crudeltà ideato da Antonin Artaud negli anni Trenta del Novecento.
I futuri studenti – attori, inconsapevoli del loro brutale destino – recitano davanti a un pubblico sadico che gode alla messa in scena reale della loro morte. Ma chi si nasconde dietro a quelle rispettabilissime maschere? Gente altolocata, stimata e apprezzata dalla società, che per noia e potere conferito si diverte a soddisfare istinti bestiali celati alla gente “comune” non in grado di comprenderne l’elevatezza!
La protagonista, designata da Marco Belli a sbrogliare l’oscura e orribile vicenda, è un’insospettabile futura detective figlia della strada, che non crede di certo alle apparenze. Conosce fin troppo bene ciò che si nasconde nelle pieghe della società, i malesseri e le inquietudini della società “comune” e di quella in parte definita benpensante o perbene che sa celare benissimo vizi e perversioni. Una fauna disumana, falsa e pericolosa, dalla quale la barbona nullafacente in terra straniera cerca possibilmente di starne alla larga.
La detective in questione, la nuova Agatha Christie ideata dall’autore, è una clochard londinese acculturata, che al momento, dopo quarant’anni vissuti in strada, vive temporaneamente al centro sociale dell’Hasta, grazie alla solidarietà degli studenti, che hanno imparato ad accettarla e non rifiutano il suo aiuto quando si trovano in difficoltà con la lingua inglese.
Durante una passeggiata notturna sotto la pioggia, Viv nota il cadavere di una studentessa universitaria gettato a terra accanto ai bidoni della spazzatura. Lo sbaffo di cipria sulla guancia della ragazza impresso nella sua memoria sarà il primo degli indizi su cui indagare, per ricostruire la storia di quella giovane sfortunata. Come mai nessuno, compreso gli inquirenti, ha notato quella traccia di cipria improvvisamente scomparsa?
Vivian Deacon decide di investigare, ma a modo suo: chi mai avrebbe dato ascolto alle chiacchiere di una sudicia barbona?
Consapevole di ciò, si muove con attenzione, pedinando a distanza i presunti sospetti e rimanendo come sempre al suo posto, nell’ombra. Come da tradizione letteraria, la detective verrà assistita da un collaboratore che l’aiuterà nella risoluzione del caso, e si rivelerà un affezionato amico sincero e leale.Finalmente, dopo anni di soprusi e violenze gratuite da parte di uomini senza scrupoli né cuore, ecco un amico! Roba da non credere: Viv riscopre l’amicizia.
Le tracce sufficientemente lasciate dalla giovane vittima, il movente e le prove, condurranno infine all’identificazione del gruppo criminale, fra cui un impensabile colonnello dell’arma al quale Vivian non ha mai creduto, specie dopo l’arresto di un innocente e comodo capro espiatorio.
Prima della conclusione del caso, la detective rischia veramente grosso. Poco prima di finire al mattatoio, verrà salvata in extremis da un militare semplice che ha creduto in lei, ai suoi sospetti, alle sue parole, alla sua storia. Vivian Deacon, infine, si riscatta, divenendo inoltre una celebrità stampata nelle prime pagine di tutti i giornali.
Ma, donna senza pretese qual è, continua ad amare la vita semplice a contatto con la natura del Polesine, assieme alla nuova amica che indaga, a suo modo, presente, passato e futuro tramite i tarocchi.
Come ad ogni giallo che si conviene, non mancano i colpi di scena che coinvolgono emotivamente il lettore, seriamente colpito dalle brutalità subite da Viv, Camilla e da ultima l’amica cartomante polesana Zenaide, i cui abusi fanno riflettere e ci rimandano al film Magdalene di Peter Mullan, ambientato nella cattolicissima Irlanda.
Per Viv il teatro è la strada, che offre avventure e una moltitudine di incontri, dove quotidianamente i più recitano la loro parte migliore. Ma la nuova detective non ha bisogno di mascherarsi più di tanto, si presenta così com’è. Senza inganni né finzioni continua a percorrere nuove e sconosciute strade: quelle del Polesine, in compagnia ovviamente.
Carla Maistrello Marco Belli
(www.excursus.org, anno X, n. 90, novembre-dicembre 2018) Marco Belli