di TATIANA SANDROLINI – In un prato verde chiamato Paese del Dente di Leone, sotto a una frondosa pianta di calicanto, vive una colonia di lumache, certe di abitare nel posto migliore del mondo. Esse non hanno nomi propri con i quali distinguersi le une dalle altre e amano ripetere le stesse azioni giorno dopo giorno, con la consapevolezza della propria lentezza e vulnerabilità. Luis Sepúlveda
In questo luogo idilliaco prende vita la Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza (traduzione di Ilide Carmignani, illustrazioni di Simona Mulazzani, Guanda Editore, pp. 96, € 11,00) del notissimo autore cileno Luis Sepúlveda, che ci regala una nuova fiaba per grandi e piccoli ricca di insegnamenti e coraggio.
Un giorno, una lumaca decide di avere anche lei un nome e di scoprire il motivo della lentezza che tanto la contraddistingue. Inizia a chiedere spiegazioni alle lumache più anziane che, infastidite dalla sua curiosità e invadenza, la deridono e le intimano di accontentarsi di tutto quello che possiede, abbandonandosi come loro alla routine quotidiana, senza fare altre domande. Arrivano persino a minacciarla di mandarla in esilio: «[…] ora smettila con queste domande insensate, perché se insisti verrai espulsa dal Paese del Dente di Leone».
Arrabbiata e delusa dall’atteggiamento delle compagne, la lumaca curiosa decide di allontanarsi volontariamente dal mondo in cui è nata e cresciuta e farvi ritorno solo dopo aver ottenuto un nome e aver scoperto i motivi della sua lentezza.
Comincia così per la nostra protagonista un viaggio all’insegna della curiosità e della conoscenza, scandito dalla lentezza che fa parte del suo essere e dalla voglia di rischiare, mettendo in dubbio tutto ciò che ha conosciuto fino a quel momento.
Durante il cammino incontra un gufo malinconico e una saggia tartaruga di nome Memoria, che la aiutano e la sostengono. La testuggine le attribuisce persino un nome proprio, Ribelle, nome che rispecchia la sua indole forte, indomita a anticonformista. Grazie al suo atto di coraggio, Ribelle scopre che le sue compagne sono in pericolo: l’uomo sta abbattendo grandi prati per trasformarli in strade e abitazioni. La minaccia è imminente e la nostra coraggiosa protagonista deve intervenire.
Riuscirà Ribelle ad avvisare in tempo le altre lumache e salvare la colonia? La sua lentezza le sarà di vantaggio o si trasformerà inevitabilmente in un ostacolo? Al termine della sua avventura, capirà finalmente l’importanza della lentezza?
Luis Sepúlveda ci propone una nuova favola ricca di insegnamenti velati e atti di coraggio, raccontando il mondo attraverso gli occhi di un piccolo animale lento e anticonformista. Ribelle insegna a non accettare la routine quotidiana se la nostra indole richiede altro, o di diffidare dei preconcetti che vengono proposti e definiti come verità assoluta, se non ci convincono. La lumachina decide di sfidare tutto e tutti, pur di inseguire la sua voglia di conoscenza e curiosità; al rifiuto delle sue compagne risponde con determinazione e convinzione: «Ah, sì? Allora me ne vado, e tornerò soltanto quando saprò perché siamo così lente, e quando avrò un nome».
È disposta ad affrontare ostacoli e pericoli, pur di perseguire il suo obbiettivo, senza mai tirarsi indietro. Questo la porta a scoprire altre realtà, altri animali, apprendendo che esistono altri stili di vita e altre specie, altrettanto interessanti e degni di nota. La conoscenza è un punto di forza, un valore aggiunto che permette di riflettere e raggiungere una maggior consapevolezza anche del proprio io. Le sue compagne, non volendo muoversi dalla propria percezione del mondo, ignorano le altre realtà:
«E siccome non avevano viaggiato non potevano fare confronti […]».
L’autore non perde occasione per rievocare il tema ambientalista, una problematica che tocca tutti gli esseri viventi, nessuno escluso. Nel racconto l’uomo continua a costruire case e strade, distruggendo habitat naturali e colonie di animali, senza alcun ritegno e riguardo.
Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza, è un inno alla riscoperta della lentezza, divenuta al giorno d’oggi quasi una chimera, schiacciata quotidianamente da un mondo veloce, che progredisce anche tecnologicamente senza sosta. Attraverso l’indole di Ribelle, Luis Sepúlveda vuole farci riscoprire la bellezza che risiede dietro i piccoli gesti, i paesaggi e ricordarci quanto sia importante godersi il momento. La vita quotidiana è frenetica, tutto accade velocemente senza dare possibilità di assimilare concetti e sensazioni. La smania non deve dominarci, bisogna avere la determinazione e l’imposizione di rallentare, altrimenti tutto svanisce in un attimo perdendo di significato.
Lo stesso autore durante un’intervista ha esposto la sua opinione in merito a questa fiaba, asserendo che «Io difendo il ritmo umano: il tempo preciso, né più né meno, che serve per fare le cose per bene. Per pensare, per riflettere, per non dimenticare chi siamo».
Tatiana Sandrolini
(www.excursus.org, anno X, n. 90, novembre-dicembre 2018) Luis Sepúlveda