di IVANA CARNEVALE – Una mente insolente nasce come blog dell’attrice teatrale ravennate Francesca Mazzoni. Parla «di vita, di cammino, di inciampo»: lì cresce Allegra, tra stralci, riflessioni, pensieri generano il libro.
Una mente insolente (Prefazione di Eraldo Baldini, Il Ponte Vecchio, pp. 122, € 12,00) è il diario di un’anima in trappola: «il mio senso di perdita è talmente disperato che sembra che una parte di me si sia staccata mentre venivo al mondo, come se avessi lasciato qualcosa di mio nell’utero di mia madre, qualcosa che cerco in continuazione e che non ritroverò mai». Allegra ha solo vent’anni. È matta, sbilenca e sghemba. È struggente e disperata, vera e allo stesso tempo delirante, emozionante.
Si racconta in prima persona, racconta la gioia tragica della vita. Nel libro la malattia mentale è la protagonista. Allegra dà esattamente di sé l’immagine raffigurata nella copertina, Le lacrime di Freyja di Klimt: rassegnata ma felice di vivere. Soffre ma riesce comunque a godere dei colori dell’alba e le sue sono lacrime che sciolgono il ghiaccio dall’anima. Mazzoni le ha voluto dedicare le sue pagine, «troppo strette». Da brava attrice mette insieme brevi narrazioni che aprono e chiudono il sipario dei suoi racconti.
Ogni pagina ha la sua forza, crudele ma dolce, inferocita ma lieve. Pian piano si avverte il disagio psichico; la follia non è raccontata con uno stile pesante e crudo, tutto scorre in modo semplice, genuino, reale. La fragilità di Allegra è di una bellezza accecante. Insegue la vita, che le sfugge. Si crede «troppo poca» troppo sciocca, troppo stanca. Certe sere deve prendersi a pugni il cuore per sentirne ancora il battito. La sua salvezza è quella passione di chi si aspetta sempre qualcosa di bello, di chi non si rassegna e viene additato come ingenuo quando in realtà è solo un sognatore un po’ più coraggioso o testardo degli altri. Si aggrappa ad avventure amorose, corre da un uomo ogni volta che ha bisogno che qualcuno tenga ben stretto il suo corpo «mentre l’anima scalpita, si rotola, rimbomba».Vorrebbe custodire i suoi affetti con i denti, quegli affetti che sono preziosi e indistruttibili come un diamante.
Tra flash di vita il “mal di vivere” prende il sopravvento. La scrittrice tenta di immedesimarsi nella contraddizione in cui vive Allegra. L’inquietudine è dietro l’angolo, la sensazione sconvolgente di abbandono torna sempre. «La mia fortuna è l’essere nata molto amata. Trovo sempre un abbraccio in cui riposare le sgualciture del cuore. / Premo entrambe le mani per non far uscire le viscere, ma non ho abbastanza forza per contenere il debordare dell’anima. So che anche oggi nessuno verrà a salvarmi».
La pazzia e la solitudine di Allegra non la allontanano del tutto da noi. È facile immedesimarsi e sentire, in alcune delle sue narrazioni, la stessa passione in esubero, lo stesso darsi eccessivo, lo stesso mal di vivere così come le stesse riflessioni sulla vita, sulla morte, sull’essere. Allegra si salva attraverso la fantasia, la sua purezza nel guardare il mondo. Non è una visione irrazionale, non è allucinazione, i lettori leggono in ogni parola la voglia di elevarsi, di condurre una vita felice. La percezione del dolore è narrata in modo dolce, con tutto il suo cuore, con il suo disperato disagio della vita.
Con intensità, ironia e dolcezza è trattata l’inadeguatezza emotiva; le patologie psichiche sono comunque parte della vita e, quindi, non devono essere trattate come tabù. Ci si affeziona a queste anime dalla vitalità surreale e salvifica, ad Allegra e il suo cuore senza misura.
A voi la scoperta di Francesca Mazzoni!
Ivana Carnevale
(www.excursus.org, anno VII, n. 72, ottobre-novembre 2015)