Anche quest’anno Amazon ha diffuso la classifica delle città italiane che leggono più libri, rilevata attraverso il monitoraggio dei titoli (sia formato cartaceo che e-book) più acquistati su www.amazon.it e considerando soltanto i centri con oltre 100.000 abitanti (per un totale di 48).
I primi dieci posti sono occupati, in ordine decrescente, da Milano, Trieste, Trento, Padova, Cagliari, Bologna, Firenze, Roma, Bolzano e Bergamo. Considerando solo il cartaceo, invece, la classifica è la seguente: Milano, Padova, Verona, Trieste, Trento, Bologna, Bergamo, Firenze, Roma e Vicenza.
Si nota immediatamente l’assenza del Sud: in effetti, questi dati sono perfettamente in linea con gli indici di lettura diffusi annualmente dall’Istat, che testimoniamo una netta spaccatura tra Nord e Sud per quanto riguarda il popolo dei lettori (tutte le regioni meridionali sono ampiamente al di sotto della media del 42% – persone che leggono almeno un libro l’anno – rilevata su scala nazionale, con picchi negativi del 27,5% in Campania e Puglia).
La prima città del Sud è Salerno, 36esima, seguita da Napoli, Bari, Messina, Taranto, Siracusa e Palermo; poi Catania 44esima e Reggio Calabria 47esima.
«I lettori milanesi – evidenzia Amazon – sono in testa nei generi non-fiction, viaggi e salute. Pescara è la città dove si prediligono i libri di cucina, mentre la fantascienza trova in Sassari il maggior numero di lettori. Vicenza è la città dove si leggono più romanzi rosa, mentre a Cagliari si apprezzano i libri dedicati all’economia, agli affari e alla finanza. L’Emilia Romagna, con Ferrara, Ravenna, Bologna e Modena, è nelle prime posizioni per i libri dedicati ai viaggi».
Per quanto riguarda, infine, i titoli più apprezzati, ecco i tre sul podio.
La ragazza del treno di Paula Hawkins (primo in 22 città, tra cui Milano, Roma e Torino);
La vita di Rachel non è di quelle che vorresti spiare. Vive sola, non ha amici, e ogni mattina prende lo stesso treno, che la porta dalla periferia di Londra al suo grigio lavoro in città. Quel viaggio sempre uguale è il momento preferito della sua giornata. Seduta accanto al finestrino, può osservare, non vista, le case e le strade che scorrono fuori e, quando il treno si ferma puntualmente a uno stop, può spiare una coppia, un uomo e una donna senza nome che ogni mattina fanno colazione in veranda. Un appuntamento cui Rachel, nella sua solitudine, si è affezionata. Li osserva, immagina le loro vite, ha perfino dato loro un nome: per lei, sono Jess e Jason, la coppia perfetta dalla vita perfetta. Non come la sua. Ma una mattina Rachel, su quella veranda, vede qualcosa che non dovrebbe vedere. E da quel momento per lei cambia tutto. La rassicurante invenzione di Jess e Jason si sgretola, e la sua stessa vita diventerà inestricabilmente legata a quella della coppia. Ma che cos’ha visto davvero Rachel?
Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald (primo in 12 città, tra cui Napoli e Palermo);
Il grande Gatsby ovvero l’età del jazz: luci, party, belle auto e vestiti da cocktail, ma dietro la tenerezza della notte si cela la sua oscurità, la sua durezza, il senso di solitudine con il quale può strangolare anche la vita più promettente. Il giovane Nick Carraway, voce narrante del romanzo, si trasferisce a New York nell’estate del 1922. Affitta una casa nella prestigiosa e sognante Long Island, brulicante di nuovi ricchi disperatamente impegnati a festeggiarsi a vicenda. Un vicino di casa colpisce Nick in modo particolare: si tratta di un misterioso Jay Gatsby, che abita in una casa smisurata e vistosa, riempiendola ogni sabato sera di invitati alle sue stravaganti feste. Eppure vive in una disperata solitudine e si innamorerà insensatamente della cugina sposata di Nick, Daisy… Il mito americano si decompone pagina dopo pagina, mantenendo tutto lo sfavillio di facciata ma mostrando anche il ventre molle della sua fragilità. Proprio come andava accadendo allo stesso Fitzgerald, ex casanova ed ex alcolizzato alle prese con il mistero di un’esistenza ormai votata alla dissoluzione finale.
L’amica geniale di Elena Ferrante (nella top ten di 14 città).
L’amica geniale comincia seguendo le due protagoniste bambine, e poi adolescenti, tra le quinte di un rione miserabile della periferia napoletana, tra una folla di personaggi minori accompagnati lungo il loro percorso con attenta assiduità. L’autrice scava intanto nella natura complessa dell’amicizia tra due bambine, tra due ragazzine, tra due donne, seguendo passo passo la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i buoni e i cattivi sentimenti che nutrono nei decenni un rapporto vero, robusto. Narra poi gli effetti dei cambiamenti che investono il rione, Napoli, l’Italia, in più di un cinquantennio, trasformando le amiche e il loro legame. E tutto ciò precipita nella pagina con l’andamento delle grandi narrazioni popolari, dense e insieme veloci, profonde e lievi, rovesciando di continuo situazioni, svelando fondi segreti dei personaggi, sommando evento a evento senza tregua, ma con la profondità e la potenza di voce a cui l’autrice ci ha abituati… Non vogliamo dirvi altro per non guastare il piacere della lettura. Torniamo invece all’inizio. Dicevamo che L’amica geniale appartiene a quel genere di libro che si vorrebbe non finisse mai. E infatti non finisce. O, per dire meglio, porta compiutamente a termine in questo primo romanzo la narrazione dell’infanzia e dell’adolescenza di Lila e di Elena, ma ci lascia sulla soglia di nuovi grandi mutamenti che stanno per sconvolgere le loro vite e il loro intensissimo rapporto. Altri romanzi arriveranno nel giro di pochi mesi, per raccontarci la giovinezza, la maturità, la vecchiaia incipiente delle due amiche.
La redazione
(www.excursus.org, anno VIII, n. 74, luglio-agosto 2016)