A Rovigo, negli uffici della Malin Communication, incontriamo il grafico e progettista Luca Malin, che gentilmente ci concede un’intervista.
Buongiorno Luca.
Dopo avere letto l’interessante biografia completa sulla pilotessa Maria Antonietta Avanzo, mi viene spontaneo chiederle se anche lei è un appassionato di motori. Luca Malin
Buongiorno Carla. Luca Malin
Si, sono un appassionato di motori da molti anni. La passione mi è stata trasmessa da mio padre che è un collezionista di auto d’epoca. Preferisco anch’io le auto “vintage” rispetto a quelle moderne, perché le considero opere d’arte in movimento. Rispetto a quelle moderne credo abbiano un’anima perché portano in sé la passione e l’amore con cui vennero create da progettisti, meccanici e carrozzieri che più che artigiani erano veri e propri artisti. Una Aurelia B24 spider, considerato il cabrio più bello della storia, non bisognerebbe usarla, andrebbe messa in un museo e ammirata tra altre opere d’arte.
Come ha scoperto Maria Antonietta Avanzo?
Il tutto è nato dalla lettura di un articolo avvenuta nel lontano 2008. Mi incuriosì il fatto che una donna, oltretutto polesana, gareggiasse alla pari con gli uomini in un’epoca in cui le donne erano trattate come soprammobili, se andava bene. Poi la curiosità si trasformò in interesse concreto che mi spinse a documentarmi e a cercare altri articoli e testimonianze che alla fine mi hanno portato a scrivere la sua biografia.
Cosa pensa di questa donna singolare?
Penso che sia stata una donna di grande coraggio non solo sulle piste ma anche e soprattutto nella vita: a dispetto della figura brillante e di successo ha sofferto molto perché spesso era sola ad affrontare le difficoltà della vita. Dovette tirare fuori tutta l’energia di cui era dotata per sopravvivere in un mondo di uomini in un periodo terribile come fu quello tra le due guerre. Dalla sua aveva un ottimismo cronico e contagioso che la faceva vincere sempre ed essere amata da tutti. Fu anche uno straordinario esempio di emancipazione per le donne dell’epoca che vedevano in lei un esempio da imitare. Luca Malin
Per completare la biografia ha contattato le nipoti di Maria Antonietta, Carla e Roberta Kekler, e la pronipote Isabella Rossellini, figlia del celebre regista.
Sì, come spesso accade quando si affronta la biografia di qualcuno si rende necessario interpellare chi ha conosciuto e vissuto con il personaggio in questione, sia per trovare conferma di ciò che si è trovato nei testi che per avere riscontri diretti da persone affidabili. In questo caso la nipote di Maria Antonietta Avanzo, che si chiama Roberta Kechler, è stata straordinariamente importante in quanto dotata di una memoria cristallina. Anche Isabella Rossellini, che ho incontrato alcune volte e che ha contribuito di persona scrivendo l’introduzione alla ristampa La mia vita a 100 km l’ora, è stata utilissima con la sua testimonianza, pur avendola conosciuta che era molto giovane mi ha trasmesso dei ricordi divertenti e particolari.
Se Maria Antonietta Avanzo fosse ancora presente, in quale circuito la vedrebbe competere?
Maria Antonietta Avanzo prediligeva le corse in cui si percorrevano tanti chilometri, perciò un Gran Prix di Formula Uno avrebbe potuto essere alla sua portata anche oggi: a dispetto del suo fisico aveva una grande forza fisica e soprattutto, anche a detta di Enzo Ferrari, una notevole precisione e costanza nella guida, tutte caratteristiche che anche oggi le consentirebbero di distinguersi in pista. Luca Malin
Pensa che avrebbe meritato molto di più? Luca Malin
Credo di sì, perché il periodo in cui visse la penalizzò molto in quanto all’epoca fare quello che voleva fare lei in quanto donna le creava molte difficoltà. Oggi per una donna è molto più semplice correre in macchina. Anche da un punto di vista imprenditoriale ebbe un forte spirito di iniziativa ma sempre ostacolato da un atteggiamento di ostilità e diffidenza degli uomini.
Sarebbe possibile dedicarle uno spazio museale nella sua città di origine? Luca Malin
Non so se sarebbe possibile perché ovviamente dipende dalla sensibilità delle amministrazioni, ma credo che un personaggio del genere, debitamente valorizzato, potrebbe creare un grande interesse sia tra gli amanti dei motori che tra le donne, attratte soprattutto dal suo stile e dalla sua personalità. Nel museo un grande spazio potrebbe essere dedicato oltre al mondo dei motori anche a quello del cinema, mondo in cui Maria Antonietta Avanzo si mosse sempre con grande disinvoltura.
Recentemente è stato girato un documentario sul Delta del Po e su alcuni personaggi locali, fra cui Maria Antonietta Avanzo da lei brevemente descritta.
Sì, infatti. Poco tempo fa sono stato coinvolto in questo progetto che si chiama Provincia Capitale, curato da Rai Cultura: è un programma condotto da Edoardo Camurri, che si propone di valorizzare la provincia italiana parlando di storie, luoghi e personaggi un po’ ai margini ma fortemente rappresentativi di una eccellenza dimenticata, sconosciuta ma autentica.
Attualmente sta lavorando ad un progetto chiamato Obliviomachia. Di cosa si tratta?
Obliviomachia è il progetto editoriale che ha dato vita a queste due pubblicazioni su Maria Antonietta Avanzo, Indomita e La mia vita a 100 km l’ora. Il nome del progetto nasce dall’unione di due termini, la parola latina oblivium che significa dimenticanza, e quella greca machìa che significa lotta, combattimento. Questo perché vorrei combattere contro la mancanza di memoria e la facilità con cui si dimenticano certe storie, certi personaggi che in passato hanno fatto tanto e il tempo li ha inghiottiti facendoli scomparire. Mi piacerebbe “riportare in vita” altri personaggi che ho identificato, però per il momento nessuno mi ha “rapito” come ha fatto Maria Antonietta Avanzo.
Grazie Luca.
Grazie a lei Carla. Luca Malin
Intervista a cura di Carla Maistrello. Luca Malin
(www.excursus.org, anno XI, n. 93, luglio-settembre 2019)