Anche quest’anno la Città Metropolitana di Messina ha aderito alla Giornata del Contemporaneo, istituita nel 2005 dall’Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani (Amaci) con l’intento di creare una “cultura del contemporaneo” nel grande pubblico. L’evento ha coinvolto, su tutto il territorio nazionale, le istituzioni museali associate all’Amaci che presenteranno artisti e nuove idee attraverso mostre , laboratori, eventi e conferenze, l’ingresso è gratuito. Egidio De Fichy
In occasione di quest’appuntamento, sabato 14 ottobre, il “Servizio Cultura” della V Direzione dell’Ente ha organizzato, presso i locali della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Lucio Barbera” di via XXIV maggio, un incontro in occasione della inaugurazione della mostra dal titolo: “Pittura e scultura tra Ottocento e Novecento a Messina : da Giovanni Scarfì a Egidio De Fichy”.
L’inaugurazione della mostra è stata preceduta da una conferenza di presentazione sui due artisti, dopo l’introduzione della dirigente della V Direzione, Anna Maria Tripodo, e della funzionaria del Servizio Cultura, Angela Pipitò, sono intervenuti Grazia Musolino, storica dell’arte e dirigente del Polo Museale, e Stefania Lanuzza, storica dell’arte e funzionaria presso la Soprintendenza ai Beni Culturali. All’incontro hanno partecipato, infine, anche gli studenti di alcune classi dell’Istituto Nautico “C. Duilio” di Messina.
La mostra, dedicata alla figura dei due grandi scultori messinesi vissuti tra Ottocento e Novecento, ha in esposizione numerose opere degli artisti provenienti dalla collezioni private degli eredi: dai dipinti su tavola e su tela ai bozzetti, ai modellini in gesso e in creta, ai disegni a matita su carta, alle piccole preziose sculture lungo un percorso espositivo di grande interesse artistico. Sarà visitabile fino al 14 novembre 2017.
Giovanni Scarfì, nato nel 1852, a dieci anni viene iscritto alla Scuola di Arti e Mestieri, dove realizza le sue primissime opere. Le sue sorprendenti capacità espressive colpiscono l’architetto Leone Savoja che, nel 1871, per conto del Comune, gli commissiona una statua dell’Addolorata, da collocarsi nel Gran Camposanto: inizia così una importante e fruttuosa collaborazione. Perfeziona gli studi a Roma, presso l’Accademia di San Luca, e comincia anche ad interessarsi di pittura e compone diversi bozzetti e acquerelli. In pochi anni si afferma definitivamente, realizzando diverse sculture per il Gran Camposanto di Messina, numerosi monumenti e busti (di rilievo è il Sepolcro di Francesca Tricomi La Porta, 1895) e occupando incarichi importanti. Dopo il terremoto del 1908 si getta in una frenetica attività, grazie un laboratorio ottimamente organizzato, esegue opere destinate ai cimiteri di Milazzo, Francavilla, Forza d’Agrò e Mistretta (cittadine messinesi). Muore nel 1926, lasciando come sua ultima opera, terminata nel mese di dicembre, un busto in gesto del re Vittorio Emanuele III.
Egidio De Fichy nasce nel 1910, fin da piccolo frequenta lo studio del nonno Giovanni Scarfì e posa per lui. Apprende così «i rudimenti del disegno e della pittura e impara a manipolare la materia duttile del gesso, della cera e della creta, tecniche a lui congeniali che più tardi affinerà utilizzandole per rivelare quel ricco mondo interiore che l’indole modesta e riservata non lasciava trapelare» [1]. Dopo un periodo di arruolamento nella Regia Marina, De Fichy si congeda e viene accolto nello studio dello scultore Antonio Bonfiglio: i risultati degli insegnamenti e della collaborazione non si fanno attendere, dato che nel 1934 vince la borsa di studio intitolata a Tommaso Juvara (con la scultura in gesso Don Saro). Grazie ai soldi del premio si trasferisce a Roma l’anno successivo per perfezionare gli studi. Il periodo romano è caratterizzato da una copiosa produzione grafica e scultorea, ma la guerra interrompe bruscamente la sua carriera. Torna a Messina nel 1946, con l’incarico di disegnatore presso il Genio Civile, e allo stesso tempo riprende il suo percorso artistico, raccogliendo consensi e partecipando a importanti esposizioni. Nel 2003 gli viene assegnato il premio di scultura alla carriera in occasione del Premio “Messina Città d’Arte”. Si spegne nel 2004 lasciando, oltre alla sua produzione artistica, anche un libro di brevi e intensi racconti autobiografici pubblicato postumo (Tamo vano, Pungitopo, 2010).
La redazione
Notizie utili
Pittura e scultura tra Ottocento e Novecento a Messina: da Giovanni Scarfì a Egidio De Fichy
Messina, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, via XXIV maggio 46,
fino al 14 novembre 2017
Orario: lunedì-venerdì, 9:00-13:00 e 15:00-17:00; sabato 9:00-13:00; domenica chiuso.
Ingresso: gratuito.
NOTA BIBLIOGRAFICA
[1] – STEFANIA LANUZZA, Egidio De Fichy (1910-2004). Profilo biografico, in GIOVANNA FAMÀ – GRAZIA MUSOLINO – S. LANUZZA, La Raccolta Scarfì-De Fichy. Aspetti inediti della cultura figurativa messina tra 800 e 900, Comune di Messina, 2012, p. 33.
Immagine di apertura: Egidio De Fichy, Donna sdraiata, terracotta 43×15 cm, 1976.
(www.excursus.org, anno IX, n. 86, settembre-ottobre 2017)