di VALENTINA FIORESI – Prima di parlare di questo libro è necessario fare un po’ di chiarezza, in modo da orientarsi tra i meandri di diverse edizioni, titoli e sottotitoli delle sue uscite italiane. Il volume Drive-in. La trilogia di Joe R. Lansdale (traduzione di Alfredo Colitto, Delio Zinoni, Vittorio Curtoni, Einaudi, p. 540, € 17,00) raccoglie in un unico tomo i romanzi Drive-in, Drive-in 2 (Not Just One of Them Sequels) e The Drive-in: The Bus Tour, pubblicati rispettivamente nel 1988, 1989 e 2005. Nel 1989, però, chi ha tradotto per Urania il secondo volume ha evidentemente voluto giocare di fantasia. Infatti, questa prima edizione “combinata” (Drive-in e Drive-in 2) porta un altro titolo, cioè Il giorno dei dinosauri. Nell’edizione che stiamo trattando, ovvero Eianudi, invece, i titoli sono riportati semplicemente come Drive-in 1, Drive-in 2 e La notte del Drive-in 3. Dopo questa interessantissima carrellata di informazioni bibliografiche, possiamo entrare nel vivo della questione, iniziando a parlare di Drive-in.
Drive-in comincia presentando i protagonisti (Jack, la voce narrante, Bob, Randy e Willard) mentre giocano a biliardo in una tavola calda in una non meglio precisata cittadina texana. Ciò che importa è che stanno organizzando la loro serata al cinema Orbit, un drive-in dove quella sera è in programma “La grande nottata horror”: cinque pellicole (La casa, La notte dei morti viventi, Lo squartatore di Los Angeles, Non aprite quella porta e I Dismember Mama, inedito in Italia a differenza degli altri) verranno proiettate in sequenza in un lungo quintuple bill.
La passione per i film horror è tra le cose che fungono da legame tra i ragazzi, rispecchiando un fenomeno diffusissimo in America già a partire dagli anni ‘50, quando nei drive-in si potevano vedere più film (di solito due, double bill o double feature) al prezzo di un solo biglietto. Lansdale mette in cartellone cinque film che sono dei must per ogni appassionato d’orrore, ma spesso i prodotti offerti dai drive-in erano scadenti: i giovani venivano attirati dal prezzo basso e dalla possibilità di potersi divertire in modo piuttosto libero, nascosti dall’oscurità della “sala”. È proprio questo lo scopo di Jack e degli altri, che già all’inizio della vicenda puzzano di “birra” pop corn e cioccolato». Al loro arrivo all’Orbit sembra tutto normale, birra e snack si trovano ovunque, così come le ragazze, e la proiezione può iniziare.
Non appena cominciano i film però avviene il primo fatto strano: dopo il passaggio di un’ammiccante cometa rossa («la cometa sorrise», ci informa lo scrittore) la notte diventa più nera e un’oscurità densa circonda il drive-in. I più hanno paura, qualcuno tenta di penetrare le tenebre con un braccio che, semplicemente, scompare risucchiato nella notte. A questo punto inizia il tracollo, in tutti i sensi: la gente intrappolata all’interno del cinema comincia gradualmente a impazzire, arrivando a compiere gli atti più aberranti e ad andare incontro a pericolose mutazioni che resteranno senza spiegazione. La psicosi dilaga tra tutti gli spettatori, che iniziano a manifestare dapprima solo aggressività (come Willard), apatia (come Jack) o comportamenti anormali (Randy se ne va in giro con un grosso sacchetto di pop corn in testa). Successivamente si aggiungono la lotta per il cibo (l’unica fonte è costituita dal chiosco degli snack) e un progressivo abbruttimento, che porta alla perdita del senso del pudore, dell’igiene e delle più normali norme del vivere civile.
Mentre i film continuano a scorrere, l’Orbit viene colpito da una tempesta di fulmini, durante la quale Lansdale gioca un brutto scherzo a Randy e Willard. Prima dei tragici eventi Randy semplicemente ammirava Willard, ma poi ne fa la sua figura di riferimento, tanto da stargli sempre in groppa (lui e la sua corona-sacchetto), quasi come se fossero un’unica entità. Nel corso della tempesta i due si trovano sul tetto del chiosco, e in un delirio di elettricità serpeggiante vengono colpiti da una saetta (o dall’influsso della cometa, o non lo so nemmeno io da cosa, e forse nemmeno l’autore) e uniti in un unico corpo tentacolare. Questo nuovo personaggio di sintesi è Il Re del Popcorn, una creatura orribile con un occhio solo, tentacoli, vene in vista, un’andatura disarticolata e tatuaggi che prendono vita (lo scrittore per tutto il corso della narrazione non risparmia mai dettagli al lettore, descrivendo con dovizia di particolari ogni cosa, dalle più orribili, orrorifiche, fantascientifiche, alle più terrene, come l’espletamento delle funzioni corporali o la ricerca istintuale di partner sessuali).
Dopo l’entrata in scena del Re del Popcorn inizia il vero delirio, un susseguirsi di omicidi, stupri, aberrazioni e atti di cannibalismo richiesti espressamente dal Re, che «era pazzo e stava dando una mano a rendere tutti più pazzi di quanto già non fossero». Jack e Bob, invece, a differenza dei loro amici tentano di conservare una parvenza di umanità, organizzando con altre (poche) persone come loro una forma di resistenza al Re e ai suoi adepti. In un crescendo di follia tenteranno di eliminare il Re, sperando poi di fuggire dall’incubo in cui sono precipitati da un tempo indefinito (perché, chiaramente, in un luogo dove nessuna legge è più valida il tempo è la prima variabile a perdere significato).
Se siete propensi a calarvi in un mondo alternativo dove l’unica legge valida è che non esistono leggi, questo libro fa davvero per voi. Lansdale vi accompagnerà in una realtà parallela con una scrittura incalzante e coinvolgente, che spazia da un genere all’altro. È impossibile infatti ricondurre la serie del drive-in a uno specifico genere letterario, dal momento che varia tra la fantascienza, l’horror e il pulp, esattamente come tutta la produzione di questo scrittore. Durante la lettura state attenti a non farvi risucchiare dall’Orbit, “maneggiate sempre con cura” Joe e il suo drive-in.
Valentina Fioresi
(www.excursus.org, anno IX, n. 79, gennaio 2017)