di TATIANA SANDROLINI – James Herriot, pseudonimo di James Alfred Wight, è un giovane veterinario appena laureato, in cerca del primo impiego. Nel 1937 viene chiamato per un colloquio nello Yorkshire, a Darrowby, tale circostanza sancisce l’inizio della storia di Creature grandi e piccole (traduzione di Gioia Zannino Angiolillo, Bur, pp. 434, € 10,00) di James Herriot, una divertente e avventurosa autobiografia nella quale lo scrittore racconta i suoi primi anni di carriera volti al servizio degli animali.
James Herriot si reca teso ed emozionato all’importante colloquio, poiché da questo dipende il suo futuro lavorativo; gli viene proposto il ruolo di assistente veterinario di Siegfred Farnon, un noto e stimato medico, veterano della professione, di pochi anni più grande di lui. Herriot si reca all’incontro pieno di speranza, vuole fare una bella impressione e desidera con tutto il cuore ottenere l’agognato impiego. Quel giorno determina per James l’inizio di una nuova vita: dopo aver ottenuto il posto si trova catapultato in un mondo a lui sconosciuto, fatto di idilliache campagne, di bizzarri contadini e, soprattutto, di meravigliosi animali di tutte le taglie e razze, creature in carne e ossa, pazienti reali sui quali deve mettere in pratica le nozioni teoriche apprese durante gli studi. Spesso, nel corso della narrazione, l’autore sottolinea la sostanziale differenza che vi è tra la teoria e la pratica; nessun libro, per quanto valido, potrà mai preparare adeguatamente una persona a quello che dovrà affrontare sul campo.
Al suo fianco è sempre presente Siegfred, eccentrico datore di lavoro, corteggiato dalle donne del paese e ammirato dagli allevatori; inizialmente, non sarà facile per Herriot dimostrare di essere all’altezza del suo superiore e conquistare la fiducia dei cittadini, ma la tenacia e le ottime capacità del ragazzo riusciranno a farlo apprezzare sempre più, al punto da riuscire a vincere la diffidenza iniziale nutrita dagli abitanti di Darrowby nei suoi confronti. Fondamentale è l’appoggio di Farnon, che lo sostiene e tenta di insegnargli quanto più possibile con il suo carattere, a tratti burbero e a tratti paterno. Quest’ultimo sa bene che quella del veterinario non è una vita facile «È una strana professione, la nostra, sa. Offre possibilità incomparabili di farsi prendere per scemo».
Un altro personaggio di spicco del romanzo è Tristan Farnon, fratello di Siegfred, un giovane e svogliato studente universitario che ne combinerà di tutti i colori, facendo infuriare il fratello maggiore. Aspirante veterinario, Tristan sarà ospite nell’abitazione dei due protagonisti e diventerà col tempo un caro amico dell’autore.
Il romanzo di James Herriot non si riduce dunque a una noiosa descrizione della natura e degli animali che vivono nelle fattorie, ma riassume uno scorcio di vita vissuta, professionale e personale, dall’autore, un racconto profondo della realtà narrato con ironia e grande umiltà. Esilarante è l’aneddoto di una scrofa arrabbiata che lo insegue facendolo fuggire dal recinto, o quello della mucca con violenti premiti che lo porta a cadere a faccia in giù in mezzo al fango «Di questo non si parlava nei libri […] Ero sdraiato a faccia in giù sul selciato in una pozzanghera di sporcizia indefinibile […] Riandai con la mente a quella figura nel libro di ostetricia. […] Il veterinario era rilassato e sorridente, il coltivatore e i suoi aiutanti erano sorridenti, perfino la mucca era sorridente».
Il lettore viene introdotto grazie all’autore nella meravigliosa campagna inglese, a qualsiasi ora del giorno e della notte, in ogni stagione dell’anno. Come Herriot, anche noi proviamo antipatia per gli allevatori supponenti e tanta tenerezza per quelli sempre pronti a donare genuina disponibilità. Il protagonista porta un’aria di rinnovamento nel Darrowby, promuovendo le pratiche innovative del campo medico veterinario studiate all’università. In quegli anni si assiste alla trasformazione agricola, dove le macchine iniziano a sostituire gli animali nell’uso quotidiano e i vecchi rimedi fatti di acqua e sale lasciano gradualmente il posto ai primi farmaci, dall’utilizzo più semplice e dai risultati più efficaci. Diversi allevatori rimangono ammaliati da alcuni trattamenti usati da Herriot, tanto da considerare quasi magico il suo provvidenziale intervento.
Creature grandi e piccole è un libro che verrà indubbiamente apprezzato non solo da chi ama gli animali, ma anche da chi ama la natura e da coloro che sentono la necessità di evadere temporaneamente dalla vita caotica e frenetica della città.
Dalle parole di James traspare un puro amore per gli animali, i suoi pazienti, che cerca sempre di curare nel migliore dei modi, alleviando loro il più possibile pene e sofferenze. L’autore mostra il vero significato di amare il proprio lavoro, riuscendo a commuoversi persino per la nascita di un vitellino. Insegna a vivere la vita con passione e dedizione, senza mai risparmiarsi, né darsi per vinto. I casi difficili non mancano, le avversità si presentano continuamente, ma James Herriot cerca di affrontarle tutte al meglio, in fondo «Gli animali sono esseri imprevedibili perciò tutta la nostra vita è imprevedibile. È una lunga storia di piccoli trionfi e di disastri e bisogna amarla sul serio per sopportarla».
Tatiana Sandrolini
(www.excursus.org, anno X, n. 89, gosto-settembre 2018)