di RITA CASSANI – «Troppo spesso vediamo senza guardare, sentiamo senza ascoltare e assaporiamo senza realmente gustare. Perché è tutto troppo scontato» (dalla Premessa di Maria Grazia Fontana).
Quale può essere la differenza tra una guida turistica e un cahier di viaggio? Forse sta nel senso di condivisione. Un’esperienza in prima persona che entrambi i generi presuppongono, ma che nel cahier emerge con maggior forza. Più che informare, l’autore si racconta nel suo legame con i luoghi che descrive e che percorre insieme al lettore, passo dopo passo, mostrandoli a dito.
La sorpresa di riconoscere un luogo nel film che si sta guardando: Claudio Venturelli è partito dalla pellicola di Matteo Garrone, Il racconto dei racconti, e dalle località nelle quali è stato girato, per stilare il diario di un viaggio sospeso tra fiaba e realtà, tra storia e attualità. Così è nato I bei luoghi dell’Italia nascosta (Premessa e Conclusioni di Maria Grazia Fontana, historica edizioni, pp. 184, € 10,00). Quando i posti in cui si è vissuti per anni, ai quali ci si è assuefatti, che si percorrono ormai senza vederli, vengono scelti da un regista come sfondo di una fiaba, succede che gli occhi si riaprono, la mente si ossigena e la memoria del bello torna a galla.
Una rivelazione di questo tipo ha dato lo spunto a Venturelli, il quale, per scrivere il suo libro, è andato a ricercare non solo quei posti del film che aveva visto di persona per esserci cresciuto, ma anche quelli che conosceva meno. Si avvia così un itinerario che lo conduce – e noi con lui – di borgo in borgo, di castello in masseria, attraverso cinque regioni d’Italia, lungo antiche strade di comunicazione come la via Francigena, toccando bellezze naturali come Castel del Monte, Saturnia o l’Alcantara, oasi dove il tempo sembra essersi fermato, e luoghi ricchi di storia come Arpino. Senza dimenticare le ricette e i prodotti tipici, le curiosità, le storie di persone comuni ed eccezionali.
Ogni tappa è accompagnata da puntuali indicazioni su come arrivare, orari di visita dei monumenti, suggerimenti su cosa mangiare, numeri di telefono e siti internet da contattare.
«Conoscere e scoprire le bellezze di un luogo significa viaggiare e tornare più ricchi di quando si era iniziato il cammino. Chi viaggia è alla ricerca di sorprese, e il viaggio, come dice Mario Soldati, è un sentimento prima ancora che un fatto». Per questo si dovrebbe viaggiare lentamente, gustare ogni attimo, sapore, odore, suono. Il viaggio, con qualunque mezzo, può diventare un’esperienza a tuttotondo, può coinvolgere tutti i sensi; solo così arricchisce veramente e il turista diventa viaggiatore. Perché esso non è solo spostamento nello spazio. Non si viaggia solo col corpo, né si viaggia solo nel corso della vacanza. Si viaggia col desiderio prima, con l’anima durante, e dopo con il ricordo di un’esperienza che si stratifica su mille altre esperienze.
Il libro di Venturelli sa evocare atmosfere, risvegliare curiosità e desiderio di scoprire. Scoprire luoghi, ma anche film, libri, come il castello di Donnafugata, in Sicilia, luogo di riprese per il film I Viceré e per la serie Il commissario Montalbano, o come Arpino, in Lazio. «Nella patria di Cicerone, Caio Mario, Vipsanio Agrippa, Giuseppe Cesari e S. Francesco Saverio Maria Bianchi, la storia è costituita da una serie di percorsi infiniti, tutti distinti e tutti collegati da un nesso talora impercettibile che conduce ai nostri giorni». E proprio qui è nato Pasquale Rotondi, il funzionario della Soprintentenza ai Beni Artistici delle Marche, che durante la Seconda Guerra Mondiale salvò più di diecimila opere d’arte dai saccheggi dei nazisti. Della sua vicenda parlano un documentario Rai Educational (La lista di Pasquale Rotondi) e due libri di Salvatore Giannella: L’arca dell’arte (Delfi Editore) e Operazione salvataggio (Chiarelettere).
Oppure Ascoli Satriano, in Puglia, nel cui museo archeologico si trova il Trapezoforos, un’antica scultura del IV secolo a. C. di cui parla anche Fabio Isman in I predatori dell’arte perduta (Skira), un libro sul recupero dei reperti archeologici sottratti al mercato clandestino.
Il viaggio che Venturelli propone è dunque fisico, ma anche spirituale. La lettura è infatti esperienza simile al viaggio. Entrambi portano lontano, nello spazio e nel tempo, in una dimensione diversa, che ha la capacità di arricchire. Si può viaggiare anche sulla poltrona, dal momento in cui il libro è corredato da una bella appendice fotografica. Scrive Maria Grazia Fontana nelle Conclusioni: «Forse non vive realmente chi non viaggia e chi non legge. Si può però viaggiare anche leggendo e godere della bellezza del mondo stando seduti. Vivere più vite rimanendo fermi, osservando il mondo con gli occhi della fantasia e del disincanto».
Ma quante volte abbiamo guardato lontano, senza prima conoscere bene ciò che ci sta a pochi chilometri di distanza? E se quel paese da scoprire e riscoprire fosse proprio la nostra Italia? In effetti non importa se si percorrono dieci o diecimila chilometri, che viaggio sia!
È importante aggiungere che i ricavati dalla vendita del libro sono destinati a una fondazione Onlus che si occupa di valorizzare il proprio territorio di appartenenza in Puglia. Perché conoscere significa prima di tutto capire, amare, prendersi cura, salvare, valorizzare. «Nessuno di noi esisterebbe, se non avesse un passato. Nessuno di noi avrebbe un futuro, se non avesse un presente», dice la Fontana sempre nelle Conclusioni. In un momento come quello attuale, in cui una consistente parte del nostro patrimonio storico e artistico è messa in pericolo da stravolgimenti naturali o per mano umana, libri come questo contribuiscono a comprendere l’importanza di quei luoghi che non sono solo quadri pittoreschi, ma custodiscono le nostre identità più profonde.
Rita Cassani
(www.excursus.org, anno IX, n. 81, marzo 2017)