Bed Time – Alberto Marini

marinibedtimedi NICOLA BRECCIAROLI – Cillian è un uomo di trent’anni e del tutto insignificante, una di quelle persone delle quali si fa fatica a riscontrare la presenza se entrano in una stanza, ed è consapevole di questo. Ha da poco cominciato a lavorare come portiere in un elegante condominio dell’Upper East Side a New York e svolge le sue mansioni con zelo e dedizione; in breve, è un punto di riferimento per tutti gli abitanti del palazzo. In realtà, però, Cillian è affetto da una innata incapacità ad essere felice e ha scoperto che l’unica cosa che lo fa stare bene è togliere la felicità alle altre persone.

All’interno di Bed Time (Prologo di Jaume Balaguerò, Mondadori, pp. 310, € 17,00), romanzo di Alberto Marini, è impossibile contare le cattiverie con cui il protagonista affligge gli abitanti del palazzo e, fra piante rare lasciate morire di sete e lettere non consegnate al destinatario, passa le giornate nella guardiola, osservando meticolosamente le reazioni dei condomini, sapendo di essere lui la causa di quei piccoli dispiaceri.

Ma tutto ciò non è abbastanza: ogni mattina, infatti, si sveglia di soprassalto consapevole che, da lì a poco, lo coglierà un turbamento tanto forte da togliergli il respiro e che dovrà salire sul tetto del palazzo. In questo luogo solitario, Cillian compie un rituale che porta avanti da quando aveva diciassette anni: sale sul parapetto e, su un’ideale bilancia, soppesa le ragioni che lo spingono a ritornare alla sua vita e al suo lavoro e quelle che lo spingono a farla finita. Ad un certo punto, i tiri mancini con cui tormenta le persone non sono più sufficienti per vivere, ma arriva Clara.

La ragazza vive in un appartamento del condominio e Cillian l’ha notata fin dal suo primo giorno di lavoro nel palazzo. Non è una persona come le altre, per lui rappresenta la vittima perfetta perché è in grado di rispondere con un sorriso ad ogni forma di imprevisto e piccolo dispiacere che potrebbe capitarle; tale capacità è insopportabile agli occhi del protagonista e lo spingerà ad usare tutta la sua fantasia per infliggerle più dolore possibile, e sarà per lui l’unica ragione per continuare a vivere e per vincere la sua speciale roulette russa mattutina.

Il romanzo ha la capacità di trasportare il lettore nella mente del protagonista e di fargli vivere le sue emozioni. Non si tratta, però, di una totale immedesimazione del lettore in Cillian, perché il portiere ha una psicologia talmente particolare da spingere chi legge a mantenere un certo distacco per tutta l’opera. Allo stesso tempo, è proprio la perfetta caratterizzazione del protagonista a costituire un punto di forza del romanzo: l’atteggiamento del protagonista nei confronti della vita è descritto così bene che si è portati quasi a giustificare la sua condotta. Altro elemento che colpisce il lettore è il rapporto fra Cillian e Clara: lei è una ragazza sorridente e semplice che vive, tranquillamente, nella sua routine quotidiana e, di questa, è grata, mentre lui è un uomo cupo che proprio dalla routine è ossessionato.

Nel suo delirio di occulta onnipotenza, il portiere proverà a spegnere il sorriso della ragazza con vari espedienti di progressiva crudeltà, ma lei reagirà con filosofia e continuerà a vivere spensierata, fino a quando la violenza di Cillian non raggiungerà livelli inauditi.

Nicola Brecciaroli

(www.excursus.org, anno VIII, n. 76, ottobre 2016)