di ELENA ZANETTI – Se state pensando di emigrare, rifarvi una vita o cominciare un’avventura in un Paese diverso dall’Italia, o state cercando motivazioni per lanciarvi nella realizzazione di un vostro sogno nel cassetto, molto utile potrebbe rivelarsi la lettura di C’è chi va & c’è chi resta. Voci di italiani che ce l’hanno fatta di Marco Mengoli (Il Ciliegio Edizioni, pp. 148, € 12,00).
La Prefazione di Luca Telese, giornalista e volto televisivo, introduce il volume che raccoglie esperienze di ragazzi e ragazze italiane emigrati in ogni angolo del mondo, ma anche i racconti di giovani intraprendenti che si sono rimboccati le maniche e la loro sfida personale l’hanno combattuta e vinta in Italia.
L’autore, Marco Mengoli, nasce a Modena nel 1979. Dopo il diploma in Aeronautica, decide di cambiare completamente rotta e inizia a fare il commesso in un negozio di abbigliamento. Insoddisfatto, decide di cimentarsi in altri lavori, tra cui l’idraulico e l’elettricista. Ma un giorno ha una folgorazione: un manifesto affisso a un semaforo, una pubblicità di un corso di teatro gli fa capire la sua vera vocazione. Comincia così una lunga e durissima gavetta che lo porta a dirigere rassegne, allestire spettacoli di cabaret, satira e teatro canzone. Dopo una decina d’anni, stanco del nepotismo che pervade l’ambiente, decide di dedicarsi alla scrittura (C’è chi va & c’è chi resta è il suo terzo libro), alla gestione di un blog e si è reinventato, per l’ennesima volta, diventando consulente per la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Una persona così dinamica non poteva dare vita a un volume del tutto convenzionale: C’è chi va & c’è chi resta è una guida per viandanti, un reportage che mette insieme pratici consigli e liste di siti internet e blog da spulciare per avere un’idea di cosa ci si possa aspettare una volta varcati i confini nazionali, per chi è deciso ad andare e altrettanti per chi vuole restare. Ma il consiglio migliore resta sempre l’esempio: dalle storie degli italiani emigrati in Brasile, Londra, Australia, Repubblica Ceca si capisce che l’aspetto fondamentale per riuscire nei propri intenti, anche all’estero, è essere disposti a fare sacrifici per ottenere i risultati sperati.
La prima storia raccontata è quella di Massimo, originario di Mirandola (Mo), emigrato a Londra. L’esperienza maturata in Italia come barman, specializzato in flair bartending, gli permette di trovare rapidamente un lavoro e un alloggio. La non conoscenza della lingua lo relega all’ultimo posto della scala gerarchico-lavorativa e il contrasto tra la tranquilla provincia e la metropoli fanno sì che i primi mesi siano complicati. Dopo le difficoltà iniziali le nubi si diradano e ormai Massimo considera Londra la sua casa: dopo aver studiato per diventare istruttore fisico, ora lavora in una palestra.
Il segreto di chi resta sembra essere quello di ripartire dalle proprie passioni. Una generazione smarrita tra precariato, contratti a termine e paghe da fame sta cominciando a capire da dove può ripartire: da se stessi. Il vero filo conduttore tra chi ha creato start-up, allevamenti di lumache, catering e laboratori creativi è la fiducia nei propri mezzi, al di là degli ostacoli burocratici che si possono trovare sulla strada.
Le scelte personali di Enrico, stimato manager di una conosciuta azienda italiana, lo portano a dimettersi, in forte disaccordo con le politiche messe in atto dalla società per cui lavora. Intraprende una seconda via professionale che si rivela ben presto fallimentare. Disoccupato e preoccupato su come poter garantire alla sua famiglia il tenore di vita a cui l’aveva abituata, Enrico comincia a guardarsi intorno con curiosità e germoglia l’intuizione che lo porterà a creare la sua start-up. Nota, infatti, che per scarsità di tempo e mancanza di abilità manuale, moltissime persone non hanno la possibilità di occuparsi dei lavoretti di casa, come ad esempio le piccole riparazioni necessarie per una buona manutenzione degli oggetti. Enrico crea un sito in cui domanda e offerta si possono incontrare: i negati del fai-da-te trovano tuttofare che in cambio di un adeguato ma pur sempre economico guadagno, svolgono ogni tipo di riparazione casalinga.
Tutte queste persone non hanno accettato il loro destino e le scarse opportunità che erano state proposte loro come se fossero ineluttabili, flebili, rari ma tenaci avamposti di una generazione smarrita: è questo il vero senso in cui di deve leggere il libro, che ha nel sarcasmo e nell’ironia il marchio di fabbrica del suo autore.
Elena Zanetti
(www.excursus.org, anno VIII, n. 75, settembre 2016)