di IVANA CARNEVALE – Con Le idee nuove sono quelle che nessuno ricorda più. Dieci interviste immaginarie (Effepi Libri, pp. 96, € 8,00) torna la scrittura aforistica di Claudio Nutrito, torna la sua creatività.
L’aforisma è sempre sovrano, ma stavolta il suo intento non è quello di far ritrovare il lettore nelle parole, nel pensiero di qualcun altro. Stavolta, attraverso uno studiato stratagemma, emergono tra le pagine opinioni sincere e vere, non conformiste.
Nutrito immagina di incontrare dieci bizzarri protagonisti e di intervistarli, uno per uno. L’autore, mediante le sue domande e grazie al potere che la lingua esercita, stimola interesse, fa riflettere, fa sbattere contro la dura realtà.
I personaggi sono veri e reali solo perché essendo inventati dicono il vero: è questo il paradosso su cui ruota il testo. Tutto è finto, ma niente è falso. I personaggi sono singolari e nella vita si dedicano ad attività improbabili e curiose: il consulente di demagogia, l’invidioso full-time, il cioccapiatti, il citante, il cinico moderato, il coinvolgitore, il digressore, il signor doppia lettura, il guru senza talento, il cittadino del web.
Il cinico moderato non crede nell’amore duraturo e vive nella prospettiva di una fedeltà a tempo. Questo gli permette però di vivere un amore intenso: «Ti amerò per sempre, stasera» (Louise de Vilmorin).
Il cittadino del web si definisce tale perché internet è il suo mondo. «Le sue vittime non sono solo i libri, i giornali, la tv e via dicendo, ma anche e soprattutto i rapporti umani». Spinge gli individui all’isolamento, ostacola il dialogo e prevale un lessico impoverito con un contenuto di puro cazzeggio.
I personaggi, essendo inventati e non avendo nessuna remora rispondono alle domande dell’interlocutore, anche in modo troppo diretto e mostrando una realtà eccessiva. Così le opinioni espresse, con parole efficaci già anche dette da qualcun altro, sono «idee nuove – o vecchie – che nessuno ricorda» o finge di non ricordare.
È questo lo spirito del manuale.
Ironico e critico, diretto e spietato, con parole sue e non, lo scrittore ancora una volta, in modo provocatorio, sbeffeggia la società. Le citazioni aiutano a esporre per mezzo di «gustosi manicaretti di parole» le idee. Osservando la modernità, sbattiamo contro pensieri fatti e rifatti che sottolineano quanto la nostra società viva più che sulla sostanza, sull’apparenza. Si mostra un mondo di luoghi comuni, di pochezza umana, fatto di personaggi insolenti che si danno spessore e che assumendo il ruolo di esperti opinionisti predicano le loro idee non conformiste. L’insolenza nasce proprio dalla possibilità di esprimersi in totale sincerità.
Un altro dei personaggi del manuale è il citante. Forse lo scrittore qui diviene personaggio più che negli altri. Quando gli viene chiesto se ricorre alle citazioni per mancanza d’idee proprie, afferma con sicurezza che le citazioni aiutano a esporre una propria opinione, con parole efficaci già espresse da qualcun altro. Nutrito si sforza di essere «una sorta di enciclopedia vivente di citazioni», come definisce il citante.
Non ho niente da dire, ma so come dirlo: è sempre questa la finalità di Nutrito, non resterebbe mai senza saper cosa dire, anzi senza saper cosa scrivere.
Ivana Carnevale
(www.excursus.org, anno VIII, n. 75, settembre 2016)