di VALENTINA FIORESI – Se siete fan di un certo tipo di cinema horror Cripte e incubi. Dizionario dei film horror italiani (Manuel Cavenaghi, Bloodbuster, pp. 418, € 29,00) è il libro giusto. Non ci riferiamo all’horror più mainstream, che viene sempre considerato dalla critica, è conosciuto da tutti e spesso alcuni suoi esponenti vengono innalzati al rango di capolavori: parliamo di “tutto il cinema dalla B alla Z”.
A questo punto alcuni avranno iniziato a saltare di gioia, perché sanno già a cosa andranno incontro, ma è giusto aiutare i neofiti, i curiosi/neofiti e i curiosi ad addentrarsi in questo fantastico mondo. Cripte e incubi raccoglie più di 300 recensioni di film horror italiani che, per la sceneggiatura sgangherata o per i pessimi effetti speciali, per la cattiva recitazione degli attori o la fotografia malsana, per l’inettitudine del regista o per qualsiasi altro motivo, vengono considerati “brutti”. Obiezione: “Allora cosa me lo compro a fare? Un libro che parla di schifezze e costa pure 30 euro!”; domanda più che lecita, ma non sarebbe un errore.
Il volume di Cavenaghi è la porta su un mondo fantastico fatto di film realmente validi che hanno il solo svantaggio di essere stati da sempre tartassati da criticoni più che da critici, pellicole che meritano di essere viste e riscoperte da tutti, appassionati e non (quasi tutte, almeno, né noi né l’autore possiamo negare che certi film siano davvero “brutti”, ma non tutte le ciambelle riescono col buco).
L’opera si presenta abbastanza voluminosa e ricca di foto (da notare la bella copertina, che potrebbe essere una perfetta locandina per uno dei film recensiti). La prima cosa in cui ci imbattiamo è una Breve storia del cinema horror italiano, davvero interessante e completa, anche se sintetica, che ci porta direttamente ai film. Ogni recensione (ordinate alfabeticamente) è dotata di una breve scheda dove sono indicati regista, anno di produzione, cast e le informazioni tecniche fondamentali; in più, nella maggior parte, anche la riproduzione della locandina e puntuali indicazioni per il reperimento in dvd e/o vhs delle pellicole.
Il lavoro dell’autore è davvero approfondito e ricco: il dizionario farà scoprire titoli sconosciuti, ma sorprendenti, anche agli appassionati del genere. Si potrebbe pensare che la lettura di un libro fatto per il 90% di schede di film possa risultare noiosa, o quantomeno ripetitiva, ma lo stile di Cavenaghi la rende molto piacevole e leggera, senza in questo modo rinunciare all’accuratezza dell’esposizione (un esempio su tutti, la recensione de La terza madre di Dario Argento, leggere per credere!).
Oltre alle recensioni il libro presenta anche svariate Appendici, due delle quali comprendono altre schede: una riguarda una serie di Film di morte incerta, che l’autore ritiene collegati al genere horror, ma non completamente aderenti alla definizione che ne dà nell’Introduzione, mentre l’altra è dedicata alle parodie e alle horror comedy. Troviamo anche un piccolo approfondimento sugli sceneggiati thriller/horror degli anni Settanta, uno sui film girati direttamente per la tv e infine un’interessante galleria fotografica che raccoglie alcuni dei volti più celebri del cinema di genere.
Se comparato con altre opere dello stesso genere, Cripte e incubi appare completo, scorrevole e di facile consultazione, risultando così un valido strumento per tutti gli appassionati di cinema: lettura assolutamente consigliata!
Valentina Fioresi
(www.excursus.org, anno VIII, n. 75, settembre 2016)