di IVANA VACCARONI – In effetti quella che poteva morire, originata dal manifesto pubblicitario della Decathlon, poteva essere la cultura. «In campo non servono i libri» non è un’affermazione utile per nessuno.
Voleva forse incitare i giovani a fare attività all’aperto, a mani libere, senza concentrarsi su un testo? Peccato che per svolgere qualunque attività, anche sportiva, si debbano conoscere le regole e queste sono scritte da qualche parte, magari proprio in un manuale. Quindi questo è già il primo punto errato.
O forse voleva invitare i ragazzi a divertirsi e non stare chini sui libri, dotandosi di tutte le attrezzature che la catena del negozio offre? Ancora peggio… l’antico detto mens sana in corpore sano come si può notare mette al primo posto la mente e poi il corpo.
O piuttosto (e qui speriamo ardentemente di sbagliarci) li voleva portare a dimenticarsi di studiare per praticare solo e soltanto sport, seguendo il modello americano, dove vali se sei bravo in attività fisiche mentre ha scarsa importanza quella cultura di base che da noi, anche se maltrattata e sconvolta da riforme che hanno livellato sempre più in basso il sapere, ha ancora un valore fondamentale, sia per la maturazione e lo sviluppo della personalità del singolo, sia per ottenere un diploma o una laurea.
In tutti i casi è una pubblicità viziata all’origine, che dà un falso messaggio per chi studia ma anche per chi, e non era un aspetto da sottovalutare, deve comperare quegli strumenti per esercitare lo sport, e cioè i genitori, i quali non crediamo sarebbero stati favorevoli a sostituire i libri con i palloni, con gli skateboard o con l’ultimo modello di racchetta da tennis.
Non criminalizziamo assolutamente l’attività fisica, che è essenziale per lo sviluppo armonico fisico e mentale non solo dei giovani ma di tutti, utile inoltre per prevenire malattie e disfunzioni, ma… per tornare all’antico idioma (appreso dai libri!) est modus in rebus.
Consigliamo inoltre al pubblicitario autore di tale spot di informarsi meglio e… leggere, leggere, leggere: dall’esperienza altrui ci formiamo la nostra.
Ivana Vaccaroni
Nota della redazione: La società Decathlon Italia ha successivamente riconosciuto l’errore, si è scusata e ha annunciato la rimozione dei cartelloni pubblicitari, ringraziando l’utenza per la segnalazione. Ottimo. Ma comunque quella pubblicità da qualcuno è stata proposta, da qualcuno è stata realizzata, da qualcuno è stata approvata
(www.excursus.org, anno VIII, n. 74, luglio-agosto 2016)