di MICHELA SALA – Del grande pittore Antonello da Messina (Messina, 1430-1479) restano poche ma sorprendenti opere sopravvissute all’incuria e a tragici avvenimenti ambientali; quelle poche rimaste sono suddivise nelle raccolte e nei musei più importanti del mondo; molte hanno subito pesanti restauri ma altre sono arrivate sino a noi inaspettatamente integre.
Ai visitatori della mostra a lui dedicata a Palazzo Reale di Milano e curata da Giovanni Carlo Federico Villa, è proposta una guida d’eccezione costituita da diciannove disegni, di cui sette taccuini e dodici fogli, in arrivo dalla Biblioteca Marciana di Venezia, redatti attorno al 1870 dallo storico dell’arte Giovan Battista Cavalcaselle (Legnano, 1819 – Roma, 1897), che ha appuntato con grande attenzione le particolarità, le caratteristiche e gli studi sull’artista siciliano.
Questa ricerca ha permesso la realizzazione del primo catalogo del maestro: un pittore al momento poco conosciuto ma grande ritrattista del Quattrocento. Accompagnate dagli appunti del Cavalcaselle, le tele svelano gli affascinanti progressi sia temporali che artistici: si fanno palesi le relazioni tra i colori, lo stile personale e la bellezza delle figure mentre si amplia il concetto di pittura fiamminga che si svilupperà in seguito nel Veneto e in tutta Europa. Antonello da Messina
Molte opere hanno purtroppo subìto gravi disavventure o sono andate addirittura perdute, tuttavia il limitato numero è causato anche dalla tecnica applicata. La lentezza nella produzione è dovuta all’acquisizione della nuova pittura a olio durante la sua permanenza di studio a Napoli – presso il Colantonio intorno agli anni ’40 del 1400 – che richiede tempi lunghi per i molteplici passaggi. Prima si devono stendere diversi strati sovrapposti d’imprimitura composta da gesso e colla sulle tavole di legno spesso di dimensioni ridotte; poi il tratteggio del disegno preparatorio con un’abilità minuziosa, indi la scelta delle zone chiare e scure e le misture specifiche di colore ed infine le numerose velature per ottenere gli effetti luminosi e gli incarnati naturali. Antonello da Messina
Il numero totale delle opere autografe di Antonello è di soli trentacinque esemplari e di questi ben diciannove sono quelli esposti a Milano. La testimonianza delle note permette ai visitatori di osservare straordinari capolavori attraverso le tappe della sua formazione partita dalla Sicilia e attraverso Napoli e Roma arrivare fino a Venezia e Milano. La sua è stata una crescita che l’ha portato a essere riconosciuto grande pittore da importanti committenti del suo tempo. Sotto un grande arco si svolge la prima scena esposta: è quella di San Girolamo nello studio, del 1475 ca., conservata alla National Gallery di Londra. Lo spazio si sviluppa in tutte le direzioni fino al paesaggio dalla finestra posta sul fondo. Il Santo è intento a leggere e la realtà è osservata attentamente con una visione analitica non priva di suggestione. Al centro troneggia il Santo, trasformato in un vero e proprio umanista, mentre legge un libro in un ambiente accogliente, con gli oggetti meticolosamente allineati sullo scaffale. Le arcate della chiesa, le pagine del libro, i vasi, l’asciugamano e gli animali acquistano verità e consistenza grazie al loro emergere dalla penombra. Completano la scena un leone fermo sotto le arcate del portico, due volatili e un gatto rappresentati sulla pedana accanto alle piantine in fiore.
Il punto focale della mostra è la modernità del Rinascimento che pone l’uomo al centro di ogni composizione e i ritratti virili rappresentano l’Umanesimo.I celebri Ritratto d’uomo (1470 ca.), meglio conosciuto come Ritratto di ignoto marinaio dal sorriso beffardo e Ritratto Trivulzio in arrivo dal Museo Civico d’Arte Antica di Palazzo Madama a Torino lo testimoniano insieme agli altri tre esposti in mostra. Antonello da Messina
Diverse sono le figure femminili sotto le spoglie di Maria; ci sono la Madonna Benson (1475 ca.) e Madonna con il Bambino e due angeli reggicorona (1471-1472), appartenente al Polittico dei Dottori della Chiesa provenienti dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, ma è davanti all’opera iconica dell’Annunciata della Galleria Regionale di Palermo, che si esulta. Nel quadro, realizzato tra il 1475 e il ’76 dopo il viaggio a Venezia, Antonello illustra l’evento mistico senza la partecipazione dell’angelo nunziante. In precedenza il pittore aveva già rappresentato il medesimo tema nel dipinto conservato a Monaco, ma in questo proveniente da Palazzo Abatellis, l’accento prospettico è più marcato e quel sussulto della prima versione è trasformato in una figura assorta e pensierosa inserita in uno spazio reale.
Qui la Vergine è dolce ed equilibrata, il suo sguardo comunica uno stato di concentrazione interiore: con la mano sinistra avvicina i lembi del mantello mentre la destra è sollevata a mezz’aria e nel gesto è racchiusa tutta la tensione del quadro.
L’ovale del volto si staglia nella forma azzurra, quasi piramidale del velo e il lento scivolare della luce tra le pieghe insieme al delicato volgersi in diagonale della figura, attenuano l’austerità del momento.
Nei quadri di Antonello da Messina il misticismo e la devozione sono presenti anche nel Cristo morto sorretto da tre angeli del Museo Correr di Venezia e nell’Ecce homo del Collegio Alberoni di Piacenza dove è stata introdotta la colonna della flagellazione alla quale il Cristo è appoggiato. La resa della corda con l’ombra portata, la corona di spine e la stessa colonna sottolineano la loro collocazione nello spazio ottenuta dalla padronanza del mezzo prospettico. Si ammira anche la Crocifissione di Sibiu del Muzeu National Bruenthal ambientata su una balza rocciosa con in primo piano un gruppo di dolenti avvolti in ampi e pesanti mantelli.
In mezzo a loro svetta l’altissima croce di Cristo affiancato dai due ladroni con le schiene inarcate.
La mostra termina con Madonna col Bambino (1480), realizzata dal figlio Jacobello, appena un anno dopo la scomparsa del padre e oggi conservata all’Accademia Carrara di Bergamo dove in un ‘pizzino’ posto sulla balaustra in basso a destra, si firma come “figlio di pittore non umano”.
Michela Sala Antonello da Messina
Notizie utili
ANTONELLO da MESSINA
Milano – Palazzo Reale – Piazza Duomo, 12.
Fino al 2 giugno 2019
Orario: lun 14:30-19:30; mar-mer- ven-dom 9:30-19:30; gio-sab 9:30-22:30
Ingresso: intero € 14,00, ridotto € 12,00
Infoline e prevendite: 0292897755
(www.excursus.org, anno XI, n. 92, maggio-giugno 2019)