di TATIANA SANDROLINI – Il singolare protagonista del celebre romanzo breve di Richard Bach, nel titolo originale Jonathan Livingston Seagull (traduzione di Pier Francesco Paolini, Bur, pp. 112, € 8,50), vera e propria pietra miliare del panorama letterario, è un giovane gabbiano appartenente allo stormo Buonappetito.
La trama della lunga novella ruota attorno alla vita di Jonathan, la cui autentica passione è il volo esercitato e perfezionato costantemente: una vera e propria ragione di vita, non un mezzo utile per ottenere il cibo! L’insolito gabbiano impiega giornate intere nel tentativo di perfezionare atterraggi, voli radenti all’acqua, acrobazie tra le nuvole, scatenando le ire dello stormo, che lo considera eccessivamente bizzarro e sconsiderato.
In un primo momento il protagonista tenta di reprimere questa sua passione, cercando di conformarsi alle consuetudini dei suoi simili, nel tentativo di essere accettato per sentirsi parte integrante del branco; ma Jonathan non è come gli altri: lui è un sognatore! un’anima coraggiosa che non riesce a reprimere il suo vero “io”, pur essendo consapevole che tale condizione, troppo “scomoda”, diverrà causa principale della sua infelicità.
Librarsi e perdersi nel cielo lo soddisfaceva più di ogni altra cosa al mondo; perciò riprende i suoi allenamenti di volo, per riacquistare l’agognata libertà e poter dare un significato non solo materiale alla sua vita. Ma, ahimè, sa che questa decisione gli costerà l’espulsione dallo stormo Buonappetito e l’allontanamento dalla sua famiglia e dai suoi amici.
I giorni iniziali sono duri, desolanti, ma la gioia di poter finalmente praticare quello che più gli piace prende il sopravvento e il nostro protagonista si sente appagato, felice. Nel corso della storia, Jonathan incontra altri gabbiani come lui assetati di conoscenza, altri uccelli che amano volare per il piacere di farlo e non per dovere. In loro compagnia il gabbiano apprende nuove nozioni e, con il loro aiuto, impara persino a superare sempre più i suoi limiti, giorno dopo giorno, raggiungendo traguardi fino a poco tempo prima impensabili.
Nel romanzo, le tecniche del volo sono descritte con estrema precisione, rivelando le capacità di uno scrittore che è stato un aviatore professionista e pare abbia tratto ispirazione, per il personaggio Jonathan, proprio da un pilota acrobatico realmente esistito, di nome John H. “Johnny” Livingston (1897-1974); tuttavia crediamo che sia riduttivo immaginare il protagonista come sola trasposizione del famoso pilota. Jonathan è soprattutto la personificazione di tutti noi, è un simbolo, una metafora di vita e libertà.
Lo scrittore descrive con maestria ogni scena, permettendo al lettore di vivere ogni momento del libro in prima persona: si riesce a volare e volteggiare liberamente nel cielo, si respira l’aria tagliente in fase di accelerazione e si sussulta nel momento dell’atterraggio.
Il lettore è invaso dalle emozioni e come Jonathan prova un sentimento di tristezza, scaturita, in questo caso, dalle soffocanti limitazioni imposte dagli altri gabbiani che lo fanno sentire in trappola negando il proprio essere e reprimendo forzatamente le proprie passioni, causando conseguentemente soltanto insoddisfazione e desolazione. Il peso diventa talmente insostenibile che il desiderio di libertà esplode inevitabilmente all’interno dell’anima di Jonathan e del lettore stesso. Richard Bach
Il gabbiano riprende a volare e a sognare, sempre più in alto, sempre più veloce, raggiungendo finalmente la gioia e l’appagamento: «Lui si sentiva vivo come non mai, e fremente di gioia, fiero di aver domato la paura».
Il romanzo insegna a non arrendersi mai, a rialzarsi dopo ogni caduta e a superare le difficoltà; la vita riserva sempre nuove lezioni da apprendere. “Essere sempre curiosi e assetati di conoscenza”: questa la chiave per poter ambire alla libertà.
Fare ciò che si ama spesso richiede sacrifici e rischi, che non tutti sono disposti a fare. Jonathan si ribella a un mondo che lo voleva mesto, uniformato alla massa, al conformismo; non ascolta le parole di chi voleva farlo desistere, di chi non credeva in lui e nelle sue capacità.
Dopo aver vinto la sua sfida è pieno di ottimismo, crede veramente che lui e i suoi simili possano solo trarre benefici dalle sue scoperte: «Noi avremo una nuova ragione di vita. Ci solleveremo dalle tenebre dell’ignoranza, ci accorgeremo d’essere creature di grande intelligenza e abilità. Saremo liberi! Impareremo a volare!». Richard Bach
Troppo spesso si rinuncia a qualcosa per paura, ci si arrende ancor prima di combattere. Buttarsi in una nuova avventura spaventa e il più delle volte si finisce per rimanere immobili, bloccati in un limbo di insoddisfazione e frustrazione. Jonathan crede nei propri sogni, nei propri ideali e nelle proprie capacità mettendosi coraggiosamente in gioco sfidando i limiti imposti dal branco, rischiando anche l’isolamento, la solitudine, l’abbandono.
La forza di Jonathan ispira e rammenta che «L’unica vera legge è quella che conduce alla libertà».
Tatiana Sandrolini Richard Bach
(www.excursus.org, anno X, n. 88, marzo-aprile 2018) Richard Bach