di ROSSELLA FARNESE – Se forse tutti ormai sanno che il vincitore dello Strega 2017 è Paolo Cognetti con Le otto montagne (Einaudi), non tutti sanno che domenica 6 luglio, in concomitanza alla finale del Premio Strega a Villa Giulia, nel Giardino di Monk – noto locale a Portonaccio – si è svolta una serata alternativa a quella ufficiale, lo Strega OFF.
Ideato e realizzato da Bacteria, Citofonare interno 7 e Alinea, con il patrocinio della Fondazione Bellonci, lo Strega OFF è l’evento che vuole riscrivere le regole classiche del premio letterario più ambito e discusso d’Italia. In un’atmosfera rilassata e informale, parallela al più selezionato – e un po’ ingessato – Ninfeo di Villa Giulia, la novità dello Strega OFF, il cui ingresso è libero, consiste nell’offrire, appunto, a tutti l’occasione di esprimere il proprio vincitore, magari diverso da quello che uscirà dal Ninfeo.
Scompaginare le previsioni è anche intento della versione, per così dire, ufficiale dello Strega, attraverso maggiori ampliamenti e differenziazioni della giuria. Come sottolinea Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci, l’edizione 2017 ha presentato una rilevante novità: gli aventi diritti di voto sono stati ben 660. Ai tradizionali 400 Amici della Domenica e ai 40 lettori forti selezionati dalle librerie indipendenti italiane associate all’Ali, si sono aggiunti infatti 20 voti collettivi espressi da scuole, università e biblioteche e 200 voti di studiosi, intellettuali e traduttori italiani e stranieri selezionati da 20 Istituti italiani di cultura all’Estero.
Come ha spiegato il nuovo Presidente della Fondazione Bellonci, Giovanni Solimine – successore del celebre linguista Tullio De Mauro, scomparso il 5 gennaio – «per la serata finale del 6 luglio vogliamo accentuare il carattere di ampia partecipazione che contraddistingue la giuria e aumentare in modo significativo il numero dei votanti. I nostri secondi settant’anni cominciano da qui».
Lo Strega OFF è un esperimento che va ancora oltre: dare diritto di voto a tutti i partecipanti della serata, lettori e interessati, ma soprattutto a quei soggetti dell’editoria vitali ma lasciati in penombra, quali riviste e blog letterari. Hanno quindi espresso il loro voto Via dei Serpenti, Colla, Finzioni, Flanerì,Achab, Pastrengo, Radio Libri, Le parole e le cose, Il mucchio selvaggio e Critica letteraria.
Analogamente vivaci e nascosti anche gli ideatori dell’evento dai nomi bizzarri: Bacteria è un’agenzia di servizi editoriali che si occupa di editing, traduzioni e organizzazione di eventi culturali, Citofonare Interno 7 è un reading-mob che diffonde la cultura a domicilio attraverso un format che propone reading di testi inediti con intermezzi musicali in abitazioni messe a disposizione della collettività, Alinea è un collettivo femminile che si occupa di eventi artistici, culturali e sociali, quali mostre, festival di arte pubblica e progetti site-specific.
Il Premio Strega è un caso significativo – non meno rilevante il Salone del Libro di Torino con la sua già collaudata versione OFF – per riflettere sulle modalità di fare cultura e di fruire di essa nel nostro paese, alla luce degli stringenti diktat di mercato e delle ultime indagini dell’Istat in ambito “cultura e gestione del tempo libero”.
Al di là della sterile polemica su quest’ultima irrazionale associazione dell’Istituto Nazionale di Statistica, che, in quanto tale, forse necessita di assemblare differenti tipologie e scale di analisi nel minor numero di contenitori, passando però il messaggio che la cultura sia strettamente ma anche esclusivamente rilegata al tempo libero – aperta e chiusa parentesi – in Italia il 18.6 per cento della popolazione non svolge nessuna attività culturale per quanto semplice e occasionale. Altro dato rilevante nella medesima indagine Istat e che si tiene a braccetto con “la polveriera” sullo Strega – per citare il libro di Petrocchi sul polverone sollevato dalle folli trovate del medesimo Premio – riguarda le logiche del perennemente in crisi mercato editoriale: la produzione di libri in Italia continua infatti a essere dominata dai grandi editori, che, pur costituendo il solo 12,6% del totale coprono più dei tre quarti di titoli pubblicati (76,3%) e ben l’89% della tiratura.
Se nell’aria c’è la necessità di un cambiamento decisive sono poi le modalità di attuazione. Nel caso specifico dello Strega, nel 2015 già si avvertiva il bisogno di aprire l’ambìto premio letterario alla piccola editoria ma chiedere agli editori di inviare 500 copie gratuite delle opere selezionate, una per ogni giurato, risulta chiaro essere una cosa scandalosa e che preclude la partecipazione al Premio. Gianluca Ferrara, direttore editoriale di Dissensi Edizioni, tuonava sarcastico: «È come essere invitati a un party solo se si indossa uno smoking da 3000 euro, chi non se lo può permettere resta a casa».
Nessuno smoking e nessun dress code al Giardino di Monk, dove si è svolta una serata aperta a curiosi, lettori e addetti ai lavori, in breve: OFF. Un nuovo modo di vivere la cultura: diffuso e sinergico. Riscrivere le regole, proporsi come alternativa, non significa affatto sterile e aprioristica opposizione ma osmosi e continuazione verso mete sempre più alte. Lo Strega OFF ha infatti portato un po’ dell’atmosfera del Ninfeo al Monk – non a caso con il patrocinio della medesima Fondazione Bellonci – e ha dato la possibilità a tutti i partecipanti di esprimere il proprio voto al di là di ogni lobby.
Il vincitore dello Strega OFF poteva infatti assolutamente non coincidere con il vincitore del Premio Strega: qual è allora il motivo di un simile evento? Aumentare le polemiche? Forse e anche, meglio i dibattiti culturali, cioè se i due vincitori fossero stati diversi sarebbe stato interessante capire le due diverse logiche di premiazione. La coincidenza del vincitore, come nel caso di Cognetti, oltre a significare che ha vinto davvero il libro preferito di tutti, vuole anche essere un invito per l’editoria, piccola o grande che sia, a riflettere sulle scelte e sulle modalità di ciò che propone e diffonde sul mercato, senza vittimismi e presunzioni, senza sogghigno e cinismo.
«Viva la Montagna!» dunque anche al Monk con il 57% dei voti. A seguire però Matteo Nucci (15%) con È giusto obbedire alla notte (Ponte alle Grazie) arrivato quarto nella classifica del Premio Strega con 79 voti. Terza in classifica sia per lo Strega OFF che al Ninfeo è Wanda Marasco con La compagnia delle anime finte (Neri Pozza). La più amata (Mondadori) di Teresa Ciabatti con 119 voti si stacca decisamente da Cognetti classificandosi seconda al Ninfeo e quarta al Monk (10%). Quinto e ultimo classificato su entrambi i fronti è Alberto Rollo con Un’educazione milanese.
Non solo letteratura e premi ma anche musica al Monk: un parco e un evento culturale come luogo e occasione di aggregazione. Dopo la presentazione della cinquina finalista, infatti, la performance live della poetessa e cantautrice Giulia Anania con brani tratti dal suo ultimo album Come l’oro e ad accompagnare i brindisi finali le sonorizzazioni di Fouturista, nome d’arte di Francesca Pignataro.
Graphic designer e art director per il mensile Il Mucchio Selvaggio e per il periodico di fotografia bilingue Rearviewmirror Magazine, Francesca – classe 1983 – dopo la laurea in Discipline Artistiche, Musicali e dello Spettacolo, porta avanti i propri interessi, sperimentando possibili percorsi per passione, ama infatti ricordare così gli inizi di un’altra sua attività, quella di dj: «Parallelamente ho iniziato a fare la dj per passione, anche se poi è diventata un’attività vera e propria», mossa anche, come spiega, dall’idea di unire musica e parola, immagine e suono.
E a proposito della serata al Monk dice: «Nello Strega Off ho visto qualcosa che non vedevo da tempo a Roma: un lavoro coordinato e collettivo mosso da un’idea, senza troppe ambizioni né pretese, per il solo gusto di dare vita a qualcosa che prima non c’era, in una città un po’ stanca. È andata bene, magnificamente bene. L’organizzazione è stata impeccabile, la partecipazione è stata ottima e l’umore ha raggiunto picchi altissimi di soddisfazione condivisa tra i presenti. Non era scontato che vincesse Cognetti anche allo Strega OFF, credo che questa conferma sia una stata una corrispondenza inattesa che ha amplificato il valore di entrambi gli eventi, oltre che la loro sinergia».
Rossella Farnese
(Articolo pubblicato su gentile concessione del blog BackLight and Melodie)
(www.excursus.org, anno IX, n. 85, agosto 2017)