di LAURA MESA – Quella di Elena è la storia di una donna che sta vivendo l’autunno della propria esistenza: una stagione priva di colori e caratterizzata dallo scandire incessante del tempo, che segna lo scorrere di una vita insipida, monotona e piena di ricordi che, in realtà, non le appartengono. Un incontro riporterà la primavera e la musica nelle sue giornate, coprendo il suono delle lancette. Laura Di Falco
Inizierà così la sua relazione amorosa con un ventenne di nome Ennio e, aggrappandosi con tutte le sue forze a questo rapporto, credendolo indispensabile per allontanarsi dalla propria condizione, finirà per ottenere un merito maggiore, quello di ritrovare finalmente se stessa.
Questa è la storia narrata in Una donna disponibile (VerbaVolant Edizioni, pp. 170, € 13,00) di Laura Di Falco, che facilmente si può identificare come romanzo psicologico, perché scava in profondità nell’anima della protagonista e nel suo cuore, finché questa non riuscirà finalmente a ridare nuovo valore alla propria vita.
Elena è una donna sposata e infelice. Dal matrimonio, che dovrebbe essere uno dei legami più sinceri e spontanei, lei si rende conto di ricevere solo una vita priva di passioni, soggetta all’autorità e al controllo del marito, Ermanno, un avvocato di successo che impone la legge della misura e dell’educazione formale anche tra le mura domestiche. L’unica eccezione è il figlio Giulio, che tuttavia, sembra rimanere il simbolo di un vecchio amore ormai consumato.
La protagonista capirà di sentirsi soffocare da tutte le convenzioni di una società borghese, che mira all’apparenza piuttosto che al vero valore delle cose. L’incontro con Ennio sarà accompagnato dalle note di una canzone francese, intitolata Les roses en fleurs, che romperà la ripetitività e lo scorrere uggioso delle sue giornate, ridando nuova linfa ai singoli momenti. Il giovane, infatti, strapperà Elena dal guscio in cui era imprigionata da anni e porterà nella sua vita il cambiamento da lei tanto atteso, ma, insieme a questo, nasceranno anche numerosi problemi.
La loro relazione amorosa diviene inevitabile, perché «tutto questo acquistava ai suoi occhi una rivalsa sulla sua vita precedente» e «non rimaneva che la scoperta di una se stessa innamorata come non mai». Tuttavia, non mancarono le complicazioni: Elena sembra ritrovarsi di fronte alla sua prima vera relazione e non capisce come comportarsi con un ragazzo di soli vent’anni e molto diverso da lei. Di conseguenza, durante alcuni incontri segreti si sente esclusa dai discorsi del suo amante e le sembra di vivere una giovinezza fittizia, fatta di paranoie, gelosie e bugie. Ennio infatti vive le contraddizioni e le indecisioni tipiche del periodo tardo-adolescenziale e nell’invisibile abisso della sua confusione, Elena non riesce a comprenderlo appieno.
In molte situazioni, si convince anche di essere totalmente dipendente da questa nuova avventura e di non riuscire mai a rompere seriamente e definitivamente questo rapporto. Alla fine, però, capisce che «la sua stessa infelicità […] la spingeva ad andare in cerca di una salvezza impossibile» o perlomeno di un riscatto che non poteva essere ottenuto facilmente, ma attraverso una serie di tappe che la porteranno alla vera conoscenza di sé e al riconoscimento della propria autonomia dagli uomini.
La storia di Elena potrebbe appartenere a qualunque donna insoddisfatta della propria vita, ma incapace di un cambiamento. La giustificazione potrebbero essere gli affetti, come sono, in un primo momento, il figlio Giulio e zio Nanni per la protagonista, oppure il forte attaccamento ad una situazione passata e all’abitudine. In ogni caso, Elena non vuole rincorrere un’illusione, non sta semplicemente cercando di liberarsi da una condizione di tediosa stabilità e al contempo non può vivere nell’insicurezza e nella volubilità di un rapporto che non potrà mai comprendere realmente, se prima non imparerà a decidere da sola, a sentirsi veramente libera dal peso del passato e di protrarsi verso un avvenire diverso. Capisce, inoltre, di non dover più cercare al di fuori di sé una via di fuga o una nuova strada, ma di dover imparare a definirsi attraverso le proprie scelte e le proprie azioni.
Non può mancare una piccola parentesi sull’autrice, Laura Di Falco (pseudonimo di Laura Anna Lucia Carpinteri), scrittrice di Canicattini che dagli anni Cinquanta si affermò con successo grazie a numerosi romanzi, tradotti in diverse lingue in vari Paesi. Arrivò finalista al Premio “Strega” con due sue celebri opere: Una donna disponibile, finalista nel 1959 nella I edizione di Sciascia Editore (Palermo) e L’inferriata, finalista nel 1976. La prima fu anche vincitrice del Premio “Venere d’Argento” nel 1961, un riconoscimento internazionale che distinse Laura Di Falco, come donna e come scrittrice, nel panorama letterario italiano.
Laura Mesa
La nostra rivista si è già occupata in precedenza delle opere di Laura Di Falco, recensendo, attraverso la penna di Claudia Santonocito, anche il romanzo L’inferriata (clicca qui per leggere l’articolo).
(www.excursus.org, anno VI, n. 65, dicembre 2014)