La redazione de La Lettura, il noto inserto culturale domenicale del Corriere della Sera, ha chiesto ai ragazzi “under 18” organizzatori del Festival “Mare di Libri”(a Rimini, dal 17 al 19 giugno) di elaborare un decalogo con le regole di scrittura.
Eccole di seguito, pubblicate sul n. 237 del 15 giugno 2016.
1) Non possono esserci argomenti tabù.
«Possiamo leggere tutto […]. Sappiamo che esistono il male, la diversità, la complessità. […] la letteratura può aiutarci a capire, a farci delle opinioni. Che senso ha evitare alcuni argomenti? […]».
2) Sentimenti o morte: diteci la verità.
«[…] Non tutte le coppie di adolescenti che si incontrano alle suole superiori si sposano e chiamano i figli come i loro professori […] l’amore fra ragazzi è bello anche perché è fugace e uno scontro finale che si conclude senza sacrifici è una passeggiata, non un battaglia con un nemico pericoloso».
3) Non fate la morale, ci arriviamo da soli.
«La morale non fa il libro […]: spesso una morale c’è ma non deve venire prima della storia, che non può essere scritta con l’intenzione di insegnare quella determinata morale. […] non insegnateci qualcosa, ma fateci capire perché quella cosa è giusta […]».
4) Un finale positivo non è obbligatorio…
«[…] possiamo anche sopportare che un romanzo finisca male […] il lieto fine per forza, pensando che un lettore giovane sia comunque più contento, non ha senso».
5) … e non lo è neppure la storia d’amore.
«[…] a volte ci piace leggere storia d’amore, a volte di avventura, attualità o fantastiche. […] L’unica storia d’amore necessaria è quella tra i lettori e il libro!».
6) Ci piace piangere, ma non siamo tristi.
«[…] troviamo assurdo sentire di certe preoccupazioni degli adulti che creano legami tra ciò ch eleggiamo e il nostro stato di salute psicologica […]».
7) La copertina deve essere coerente.
«La copertina deve essere coerente al contenuto: spesso la copertina cerca di richiamare l’attenzione, ma lasciando pensare a una storia diversa. […] Ci piacerebbe che invece annunciasse davvero gli elementi centrali del libro, le sue atmosfere […]».
8) Libri troppo lunghi? No, solo libri noiosi.
«[…] C’è bisogno di tante pagine quando occorre descrivere un mondo intero diverso dal nostro, vogliamo ancora qualche pagina se la storia lascia troppo in sospeso o non ha completato la sua evoluzione, se ci sembra che qualcosa debba ancora succedere […]».
9) Non esistono trame «rosa» o «azzurre».
«La letteratura non è da maschi o da femmine, non ci piace quella sensazione che una storia sia costruita per piacere solo ai lettori o solo alle lettrici o che nella copertina e nel titolo tutto richiami solo e soltanto un genere di lettori, come se appartenessimo a due specie diverse! […]».
10) Leggeremo i classici quando ci pare.
«[…] Ci piacerebbe poter leggere i classici quando scatta in noi la curiosità, quando è il momento per noi. […] Quasi nessuno li evita a priori. Nessuno, anche chi sceglie autonomamente, ha amato tutti quelli che ha letto».
La redazione
(www.excursus.org, anno VIII, n. 73, giugno 2016)