di MICHELA SALA – Con l’installazione di The Pietrarubbia Group, un grande e articolato complesso scultoreo di tipo architettonico nella piazzetta antistante Palazzo Reale, ha inizio la mostra per festeggiare i novant’anni di Arnaldo Pomodoro. Conosciuto e apprezzato in tutto il mondo per le sue sfere di bronzo.
Dei due fratelli Pomodoro-scultori, Arnaldo (Morciano di Romagna, 1926) è il maggiore e nel lontano 1954 aveva scelto di vivere e lavorare a Milano, città che ora gli dedica una personale che raccoglie il meglio della sua attività. Dopo l’assaggio in Piazzetta l’esposizione occupa la grande e storica Sala della Cariatidi, dove sono state sistemate le trenta opere che caratterizzano i momenti fondamentali del suo cammino artistico. Lui stesso, insieme alla curatrice Ada Masoero, ha scelto la selezione dei cardini temporali.
Le prime sculture sono dei bassorilievi, anche di piccole dimensioni realizzati negli anni Cinquanta che risentono dei precedenti lavori d’oreficeria. A seguire prendono posto le lacerazioni del decennio successivo nelle quali interviene con prepotenza la necessità di sondare i volumi come La ruota del 1961 e Colonna del viaggiatore del ’65 che vagliano le tracce stratificatesi nella profondità del suo essere e nella sua memoria sempre alla ricerca di risposte ad enigmi primitivi propri della natura umana. Proseguendo s’incontrano le famose sfere di bronzo, il materiale che preferisce, di varie dimensioni, spaccate, lucenti che rinviano ed espandono le immagini, come lui stesso le definisce «Ecco ciò che mi muove a fare le sfere: rompere queste forme perfette e magiche per scoprire (cercare, trovare) le fermentazioni interne, misteriose e viventi, mostruose e pure». O come aveva detto proprio a me più semplicemente in occasione dell’inaugurazione della sua mostra a Lugano en plein air del 2004: «È come squarciare la pelle per liberare cosa c’è sotto».
Si arriva così alla Sfera con sfera, un bronzo dal diametro di 100cm. che aprendosi allo spettatore, indaga un’altra palla più piccola all’interno: può essere interpretata come un’idea di nascita e progresso. L’esposizione ha termine alla grande parete di fondo che ospita Le battaglie, un enorme altorilievo realizzato nel 1995 che misura ben 300x1200x65cm, in fiberglassss e polvere di grafite che trasmette l’angoscia, la violenza e le atrocità della guerra.
Terminata la visita in Palazzo Reale si può continuare a stare in compagnia di Arnaldo Pomodoro nelle strade di Milano percorrendo un itinerario che si snoda nella parte più centrale della città. Si può andare alle Gallerie d’Italia di piazza Scala per vedere il Disco in forma di Rosa del deserto o in piazza Meda per il Grande disco con le sue linee protese verso l’esterno che irradiano forza e dinamismo e oppure dirigersi in via Manzoni, al Museo Poldi Pezzoli, dove nel 1998-2000 ha organizzato uno spazio scenico nella Sala d’Armi e sono esposti i sedici progetti scenici che spaziano dalla drammaturgia all’opera lirica, dalla tragedia alla musica contemporanea.
Oppure si può continuare il cammino verso l’area antistante il Piccolo Teatro, dove ha trovato posto Torre a spirare e proseguire fino alla Triennale dove sono esposti i progetti che nel loro insieme dimostrano come la scultura può essere intesa oggi come la definisce Aldo Colonetti: «una composizione che possa essere visitata e percepita come propria perché parte insostituibile del significato finale dell’opera». A completare il “pellegrinaggio” si arriva a un luogo tra i più nascosti e intriganti di Milano: Ingresso nel labirinto, un grande ambiente costruito nei sotterranei dell’edificio ex Riva Calzoni di via Solari 35, già sede espositiva della Fondazione.
Michela Sala
Notizie utili
Arnaldo Pomodoro
Milano – Palazzo Reale, Piazza Duomo 12.
Fino al 5 febbraio 2017
Orario: lun 14:30/19:30; mar-mer-ven 9:30/19:30; gio-sab -dom 9:30/22.30.
Ingresso: € 8,00 intero, € 5,00 ridotto.
Informazioni: tel.02 89075394, http://mostraapmilano.fondazionearnaldopomodoro.it.
Foto di apertura: Semiramide di Gioacchino Rossini (Roma, Teatro dell’Opera, 27 novembre 1982), modellino dell’atto III, scala 1:50, legno, ottone e fiberglass patinati (1982).
Foto interna: La Colonna del Viaggiatore 1965/1966, bronzo, 360×50 cm.
(www.excursus.org, anno IX, n. 79, gennaio 2017)